‘Presentare’ la verità
Ce ne vuole di talento per immaginare un processo sui generis a carico di un branco di adolescenti rei d’aver violentato una ragazzina celebrato con ritualità da assemblea condominiale nel sotterraneo di uno stabile. Marco Zannoni se lo può permettere. ‘Garage’ è un gran bel testo per l’originalità e l’acume con cui si mette alla gogna la xenofobia di una società (quella italiana) così immatura e fragile da ritrovarsi inerme dinanzi ai colpi feroci di una gioventù impunita e cinica. Da tempo non ricordavamo una platea così attenta e coinvolta come quella che lo scorso fine settimana ha affollato il Nuovo Abeliano. Perché ‘Garage’ è lavoro che afferra e molla la presa solo al termine della scena conclusiva, quella che vede i protagonisti di un scherzo ignobile, architettato all’unico scopo di prendersi beffe di genitori oggetto di disprezzo, ridacchiare della stessa malefatta con leggerezza criminosa. C’è un che di pirandelliano nel lavoro di Zannoni, giacché le vittime di questo gioco perverso (i genitori-condomini) si svelano sotto la buccia ipocrita altrettanto crudeli e insensibili dei carnefici (i loro figli). ‘Garage’ non dà speranze. Se non puoi salvare nemmeno una giovanissima extracomunitaria senza permesso di soggiorno che per noia o pochezza si presta con i suoi coetanei ‘occidentali’ a una finzione tanto abbietta, è segno che siamo alla frutta, è segno che per la società globale, questo grande bluff, è tempo di calare il sipario. Ma la vera forza di quest’opera è nel modo di sottolineare la minuzia piccolo borghese che ci connota. Piuttosto che conferire alle cose toni altisonanti da grande Ellade ambientando il dramma dentro un’aula di tribunale, qui si sceglie un terreno di scontro più ‘domestico, più terra-terra, quello dove più genuinamente emerge la modestia spirituale dell’uomo della strada : la ‘location’ condominiale. Dentro un garage, sotto la luce artificiale, arrangiati alla meglio, casigliani rancorosi si scontrano sul da farsi, ovvero : come ‘presentare’ alla Giustizia uno stupro sminuito a bravata, ove non si possa addomesticare la coscienza mettendo mano alla tasca? Lo scontro avviene con lo stesso spirito col quale in questi sedi si affrontano litigi da ballatoio, diatribe da tabelle millesimali, contrasti da posto-auto… La buon regia di Lello Serao riesce a conferire dinamismo persino al più arido e statico consesso umano. Davvero notevole il lavoro scenografico di Ivan Gordiano. Più che credibili nei loro personaggi gli interpreti : Gianluca D’Agostino, Paolo Cresta, Marcella Granito, Patrizia Di Martino, Alfonso Capuano, Gennaro Piccirillo, Annalisa Renzulli, Vincenzo Coletti, Vincenzo Esposito, Carlo Geltrude e Cecilia Lupoli. – Prossimo appuntamento Abeliano : giovedì 3 aprile con ‘Travolta da uno tzunami’, un testo di Patrizia Rossini e Andrea Cramarossa, per la regia di quest’ultimo.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Marzo 2014