Cultura e Spettacoli

Presunti scrigni di Puglia

Nel numero di settembre del 2018 di ‘Sette’, supplemento mensile al Corriere della sera, Francesco Battistini e Salvatore Giannella si dilungano a proposito della ‘Penisola del tesoro’. La penisola in questione sarebbe il Belpaese, il quale, a detta degli autori, è ricco di forzieri colmi d’oro e gioie nascosti un po’ dappertutto. A proposito della Puglia vengono citate alcune aree : L’sola di San Nicola (Tremiti), il fondo del lago Varano e il sito di Egnazia. Attingendo non si sa da quali fonti, Battistini e Giannella rivelano che a San Nicola “i monaci ricettavano e seppellivano i tesori razziati dai pirati”, che le rovine di Uria (le quali giacerebbero sul fondo del Varano) nascondono “tesori” e che nelle tombe dell’antica necropoli di Egnazia “vi siano ancora favolose ricchezze”… Mah. Monaci ricettatori e una necropoli ancora rigurgitante di ricchezze nonostante sia stata ripulita da cima a fondo prima dai tombaroli e poi dagli archeologi sono credibili quanto l’esistenza di una città leggendaria. Nemmeno Indiana Jones presterebbe fede a simili corbellerie. Ma oggi gira così, più è grossa la balla, maggiore è il credito che essa riscuote presso il destinatario-consumatore. Battistini e Giannella chiudono la loro indagine pugliese prestando fede ad un’altra chiacchiera : Nel sottosuolo di Cerignola si celerebbe l’oro dei Borbone in fuga, incalzati dalle camicie rosse. Storia vecchia, questa. Sono centocinquant’anni che un popolo di gonzi scava clandestinamente nelle viscere di Cerignola (e qualche volta si arricchisce davvero mettendo le mani su autentici tesori archeologici). Ma di quel cumulo di lingotti nessuno ha visto l’ombra. Eppure c’è chi è disposto a credere all’esistenza di quest’altro Eldorado. Altri affermano che l’oro in questione è stato rinvenuto e trafugato. Altri ancora sostengono che quella ricchezza sprofondò nel sottosuolo della città a seguito del terremoto del 1931 … Una cosa è certa, i Borbone in fuga portarono con sé ben poca roba, tant’è che una volta in esilio, prima a Roma, poi a Parigi, vissero modestamente. E poi, ove mai Francesco II avesse voluto mettere al sicuro l’oro del Regno, l’avrebbe nascosto proprio nel territorio prossimo a cadere nelle mani dell’invasore ? Semplicemente, rinunziò a rimuoverle da Napoli per impedire il tracollo economico del defunto regno Duo siciliano. Gli stessi scrupoli, invece, non se li posero quei galantuomini che su quelle riserve auree si fiondarono. Uomini al soldo dei Savoia, dei Britannici e dei Francesi. Una spartizione pianificata : il grosso al Regno di Piemonte per ‘spese di conquista’, il resto alle due superpotenze. Anche il non intervento ha un prezzo.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 8 Febbraio 2022

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