“Prima del castello”, una grande mostra multimediale per riscoprirne la Storia nascosta
Un progetto che interesserà il recupero di una quantità ingente di materiale dal profondo valore culturale
“Siamo abituati a pensare che l’immortalità sia una linea che non finisce, mentre un archeologo la sente piuttosto come un istante eterno: quello della scoperta.” Scriveva Flaminia Cruciani nelle sue Lezioni di immortalità. Allo stesso modo, passeggiando per le sale del castello Svevo di Bari, si riesce a percepire finalmente un positivo vento di modernità, misto al profumo d’antico, pensando al nuovo progetto che interesserà il recupero di una quantità ingente di materiale dal profondo valore culturale e storico, che verrà restituito al pubblico in tutta la sua bellezza e ricchezza, a partire dal prossimo giugno, nell’intento di riportare alla luce un universo sconosciuto che riguarda la nostra storia. Martedì 30 maggio è stata presentata alla stampa una preview sui prossimi eventi del castello Svevo, che prevedono anche un tour multimediale nelle aree archeologiche sotterranee. La mostra sarà inaugurata il prossimo 16 giugno, in concomitanza con le Giornate Europee dell’Archeologia. Primo step di un progetto di riallestimento il cui ambizioso intento sarà quello di eliminare dall’immaginario collettivo quell’idea riduttiva di castello visto come semplice contenitore. “Nel cantiere dell’area archeologica riporteremo alla luce anche un abitato di epoca bizantina, con i suoi reticoli di strade, quartieri, mura e luoghi di culto, che verranno spiegati e raccontati al pubblico in maniera moderna, immersiva e multimediale.
La fase di giugno sarà dedicata all’archeologia, mentre a luglio passeremo alla digitalizzazione del castello, e quindi alle proiezioni multimediali nelle sale principali, raccontando anche la vita di personaggi storici come per esempio Bona Sforza, il cui contributo fu importante per la trasformazione di Bari in un importante centro politico e culturale. A dicembre, invece, concluderemo con l’allestimento dei materiali che non sono stati mai esposti al pubblico, che ci racconteranno parte dell’immensa storia del castello. Fino ad ora il castello ha sempre raccontato principalmente il suo periodo rinascimentale, nel frattempo però, anche nell’area circostante, venivano svolti scavi che riportavano la luce tantissimo materiale da catalogare. Gli istituti ministeriali non hanno avuto il tempo di effettuare degli studi approfonditi su tutto ciò che veniva recuperato e scoperto per poterlo restituire al pubblico” – spiega Luca Mercuri, direttore regionale musei Puglia. L’operazione è stata resa possibile grazie all’impegno e al lavoro di un team di architetti, esperti e archeologi, di cui ci trasmette la passione e l’entusiasmo la direttrice architetto Alessandra Mongelli, che si sta occupando di tutta l’area del castello rivolta verso il mare, in un cantiere aperto a nuove e continue scoperte “ L’angolo nord comprende il riutilizzo di zone che fino ad ora erano state completamente inaccessibili, e che verranno adibite a laboratori didattici. Ulteriori lavori e scavi in questa zona ci porteranno sicuramente nuove sorprese: Verrà narrata la presenza del castello a livello territoriale in tutte le declinazioni che ciò implica: la Puglia con i suoi interscambi, poiché è sempre stata porta ad Oriente. Vi sono angoli, per esempio, di questo antico villaggio bizantino completamente sconosciuti e inesplorati, tra cui una parte a cui non è ancora stato possibile accedere. Si tratta di un’operazione estremamente delicata e non è sempre possibile dare atto della stratificazione a tutti i livelli che il castello ha attraversato durante le sue numerose vite. Sarà necessario un grande lavoro, per questo un ringraziamento è doveroso all’ intero team di esperti e tecnici che hanno saputo ottimizzare al meglio le risorse a nostra disposizione, per restituirci queste meraviglie. Ci sono tanti aspetti ancora da approfondire dal punto di vista storico, ma ora che siamo riusciti almeno a renderci conto di quanto materiale abbiamo a disposizione, sarà più facile anche interpretare quello che verrà. Abbiamo grandi aspettative a riguardo: perfino nella tessitura muraria si riesce a leggere la storia che passa. Gestire quattro cantieri contemporaneamente non è semplice, in un luogo in cui gravita la presenza di circa mille persone al giorno. Ma la mia personale ossessione è quella dell’accoglienza. Abbiamo margini di miglioramento enormi, ma oggettivamente anche alcuni limiti: bisogna fare molta attenzione a preservare ciò che siamo riusciti a recuperare per poterlo tramandare a nostra volta. L’ aspetto più emozionante di questo percorso? Le scoperte che ancora verranno.”
Rossella Cea
Pubblicato il 1 Giugno 2023