Cultura e Spettacoli

Prima i Cavalieri Isaurici, poi gli Schiavoni…

L’analisi del toponimo ‘Castelluccio dei Sauri’, micro centro abitato del Sub Appennino Dauno, porta ad aprire un’interessante pagina di Storia

Sono sfiziose certe domande. Per esempio, come si chiamano gli abitanti di Castelluccio dei Sauri? Le 2005 persone (al 31 agosto 2022) che popolano questo piccolo centro abitato del Sub Appennino Dauno, in posizione dominante sulla bassa valle del Cervaro a 284 metri di quota, si chiamano ‘castelluccesi’. Meno facile, invece, si presenta risalire alle radici del toponimo. L’ipotesi più accreditata è quella ‘asiatica’. E’ ragionevole pensare che quando i Normanni misero le mani su questo decaduto insediamento di origine bizantina – forse evoluzione dell’ ‘oppidulum’ fortificato che Orazio ricorda nella V Satira – si presentasse loro una realtà etnica inattesa : La maggioranza della popolazione manifestava caratteri somatici  mediorientali … Tutto ciò sarebbe riconducibile ai giorni di Leone III Isaurico, imperatore d’Oriente dal 717 al 741. Questo imperatore ebbe due appellativi: ‘l’Iconoclasta’ e ‘Isaurico’. Il primo soprannome deriva dal fatto che Leone III sostenne per primo l’iconoclastia, quel movimento di carattere religioso sviluppatosi nell’impero bizantino intorno alla prima metà del secolo VIII e fondato sul timore che la venerazione delle icone sfociasse in forme idolatriche. La rovinosa convinzione provocò non solo un duro confronto dottrinario, ma pure la distruzione di un gran numero di rappresentazioni religiose, compresi non pochi capolavori d’arte. L’appellativo “Isaurico” allude invece alla regione di provenienza di Leone III, l’Isauria, antica regione del sud della penisola anatolica, la cui posizione variò sensibilmente nei secoli per cui essa corrisponde grosso modo alla parte sudoccidentale dell’attuale provincia turca di Konya. Il piano di riordino dell’impero variato dall’Isaurico prevedeva il rinforzo delle posizioni bizantine soprattutto ai confini della Puglia, i più esposti alla minaccia ora dei Longobardi, ora dei Normanni. Un rinforzo che però diventava impossibile là dove tali posizioni si presentavano numericamente insignificanti. E’ dunque possibile che un nucleo della Cavalleria Imperiale fosse assegnato in pianta stabile a questo innominato castrum romano (i ‘castra’ erano insediamenti rurali fortificati). In seguito i cavalieri isaurici ibridandosi con gli indigeni dovettero dare vita ad un’etnia sui generis che sorprese i nuovi dominatori, cioè i Normanni, agli occhi dei quali un castrum romano assimilabile ad un piccolo ‘castello’ (un castelluccio …) e popolato da militari ‘isaurici’ non poteva chiamarsi che Castelluccio dei Sauri… A partire dalla fine del Trecento il villaggio entrò in una fase di declino, spopolandosi. L’Autorità spagnola, allora, pensò di ripopolarlo con alcune decine di Schiavoni (slavi adriatici), sì che il il nuovo villaggio assunse il nuovo nome di Castelluccio degli Schiavoni. Ma nel 1549, per soffocare una ribellione, il vicerè Pietro di Toledo fece incendiare il casale. Faticosamente rialzatosi, il centro abitato assunse di nuovo il precedente toponimo, conservatosi sino ai giorni nostri.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 15 Settembre 2023

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