Primarie del Pd, per Renzi comunque vada in Puglia sarà un successo
Al ballottaggio di domenica prossima delle primarie del Pd, per la scelta definitiva del candidato premier del centrosinistra alle imminenti elezioni politiche del 2013, tra Matteo Renzi, sindaco di Firenze, e Pierluigi Bersani, segretario nazionale del Pd, la partita potrebbe essere tutt’altro che scontata. Infatti, i circa nove punti di vantaggio ottenuti al primo turno da Bersani, su Renzi, potrebbero facilmente essere colmati dal giovane sindaco toscano, qualora gran parte degli elettori di Vendola, Puppato e Tabacci, in autonomia rispetto alle indicazioni di voto espresse da questi esponenti esclusi per il secondo turno, dovessero decidere di dare la propria preferenza al “rottamatore” della nomenclatura di un partito, il Pd, che finora di “nuovo” ha soltanto il nome. Come è noto, di fatti, il Pd é stato costituito nel 2007 dalla fusione a freddo del Partito della quercia, i Ds, emanazione del vecchio Pci, con quello della Margherita, diretta emanazione del Ppi, che a sua volta era espressione di una fetta della vecchia Dc. Quindi, per Renzi le possibilità di ribaltare a suo favore l’esito del ballottaggio, in teoria, sono effettive e, forse, concretamente a portata di mano, se quegli elettori di centrosinistra del primo turno, non inquadrati negli apparati della nomenclatura post comunista e post democristiana, dovessero decidere di non seguire l’appello a favore di Bersani fatto dal rispettivo candidato, votato la scorsa domenica. E tra questi Vendola per primo che, pur avendo annunciato la sera stessa dei risultati che il sostegno dei suoi elettori ad uno dei due concorrenti al ballottaggio doveva essere conquistato, ha poi in effetti dichiarato di sostenere Bersani, come era nelle previsioni iniziali, che lo vedevano già alleato del segretario del Pd, prima ancora dello svolgimento della consultazione della scorsa domenica, per scegliere il candidato premier. Però, sono in parecchi a credere, tra gli addetti ai lavori, che molti degli elettori di centrosinistra che non hanno votato Renzi al primo turno, ora per il ballottaggio potrebbero preferirlo. Infatti, sempre secondo gli stessi addetti ai lavori, c’è pure chi sostiene che pure tra quelli che hanno votato Bersani al primo turno, perché ne ritenevano quasi scontata la vittoria al primo giro, adesso invece, alla luce dei risultati, potrebbero propendere per Renzi, in quanto la possibile vittoria di quest’ultimo potrebbe essere un’apripista nello scompaginamento delle consolidate gerarchie interne al Pd e, quindi, per un eventuale riapertura dei giochi nelle candidature a tutti i livelli. Una prospettiva, questa, che è auspicata da molti nel partito, soprattutto tra gli esponenti del livello intermedio, che si sentono penalizzati da personaggi già affermati, perché veterani della politica, e che a livello più alto bloccano ad altri di emergere. Una situazione, quest’ultima, che anche in Puglia è comune a diverse realtà politiche locali del Pd, per cui non è da escludere che il risultato del 20,1%, ottenuto da Renzi nel primo turno, possa migliorare al ballottaggio anche grazie a quella parte di precedenti elettori di Bersani, che al secondo turno nel segreto delle urne potrebbero scegliere il suo rivale per le ragioni innanzi esposte. Anche se, per la verità, in Puglia è assai improbabile che Renzi possa addirittura ribaltare il pronostico largamente favorevole a Bersani, perché il controllo di Vendola sul proprio elettorato, sia clientelare che propriamente politico, è particolarmente stringente, per cui i suoi elettori difficilmente disattenderanno il suo appello a votare per Bersani. Circostanza che, invece, è sicuramente più probabile in altre regioni, dove i vendoliani si sentono meno condizionali dal loro leader. Infatti, in alcuni casi i rapporti degli esponenti locali del Sel con quelli della nomenclatura del Pd sono addirittura conflittuali, per cui non sarebbe improbabile un loro tacito sostegno a Renzi. Poi, in Puglia, una partita di ballottaggio molto particolare per Bersani e Renzi si gioca nel barese dove, secondo i voti conseguiti al primo turno da Vendola e Bersani, la vittoria di quest’ultimo dovrebbe essere addirittura schiacciante. Invece, potrebbe non essere così, poiché Renzi potrebbe accorciare di molto le distanze pronosticate in base a quei dati, in quanto la partita del secondo turno delle primarie nel barese potrebbe tramutarsi in una vera e propria conta interna tra alcune anime del Pd, che a Bari e provincia, mal sopportano il clima egemonico instaurato dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, che è anche presidente regionale del partito. Quindi, vi sarebbero sia in Puglia che in altre realtà nazionali vari fattori che possono giocare un ruolo importante sul risultato finale delle primarie del centrosinistra. In ogni caso, in Puglia, per il Sindaco di Firenze il suo risulto sarà comunque un successo, considerato che già al primo turno, pur non avendo dalla sua parete i grandi elettori pugliesi del Pd, ha riportato in casa di Nichi Vendola e Massimo D’Alema una percentuale di voti inimmaginabile, alla vigilia delle primarie. Ed al ballottaggio non potrà che migliorarla.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 30 Novembre 2012