Cronaca

Privatizzazione Fiera, una proposta concreta ci sarebbe, ma meglio non parlarne….

 

Aldo Pugliese, Segretario Generale UIL di Puglia, dopo aver sparato ad alzo zero sulla società di gestione dei quattro aeroporti civili pugliesi, ora se la cava con una battuta circa l’intenzione, manifestata per l’ennesima volta in questi giorni, di rilanciare la privatizzazione dell’Ente Autonomo Fiera del Levante, “…eventualità già caldeggiata e addirittura annunciata in pompa magna dalla Regione Puglia in più frangenti e rimasta puntualmente sulla carta, nell’ambito di un immobilismo generale che ha condannato uno degli enti storici e potenzialmente più importanti del territorio a un declino inesorabile e allo stato di fiera di paese”. “Eppure – continua Pugliese – le soluzioni per rilanciare uno dei fiori all’occhiello della regione, esistono, a cominciare proprio dal piano di salvataggio e rilancio proposto dalla UIL e puntualmente snobbato dalla Regione, a cui evidentemente manca la volontà di restituire una prospettiva credibile all’Ente Fiera. Innanzitutto occorrerebbe liberare il campo dal debito fin qui accumulato. Unico soggetto in grado di realizzare questa operazione sembra essere quella stessa Regione Puglia che potrebbe contrarre o garantire un mutuo per la copertura dell’intera esposizione debitoria (preventivamente ed opportunamente “verificata”) da estinguere in un arco di tempo (25-30 anni) che comporti una rata annua inferiore al milione di euro. Quale contropartita la Regione otterrebbe la concessione almeno trentennale di tutta la parte del “quartiere fieristico” non destinata ad ospitare manifestazioni fieristiche con facoltà (regolamentata) di modificare, edificare e locare. Lì, abbandonando lo strumento del comodato gratuito e la logica degli spizzichi e bocconi, potrebbe allocare tutte le attività non istituzionali ad essa riconducibili, con precedenza ed obbligo per quelle culturali, in modo da costituire, dall’altra parte della città rispetto alla nuova sede di Japigia, un polo fortemente caratterizzato, in grado di “calamitare” anche altre iniziative disperse nel territorio cittadino: gallerie, musei, teatri, mediateche, etc. Ovviamente la stessa Regione potrebbe poi orientare l’insediamento nel “quartiere artistico” di istituzioni come l’Accademia BBAA ancora allocata in locali inidonei al “modico” costo di 600mila euro all’anno”. Ma questa proposta, chissà perché, pare non aver interessato nessuno nelle stanze di Via Capruzzi, forse perché una delle poche strade percorribili e realistiche. Una gestione “unitaria ed autorevole” dell’intera zona non destinata ad attività fieristiche consentirebbe, infatti, “la certezza della copertura della rata annua del mutuo e la preservazione di una omogeneità delle attività insediate, con la conseguente valorizzazione del quartiere che, affidato a persone esperte e lungimiranti, potrebbe costituire l’embrione per il recupero e lo sviluppo delle aree e degli immobili che circondano la stessa Fiera (ex Inail – Stadio, etc.) secondo un progetto di respiro internazionale”. “Sistemato il debito e determinato l’utilizzatore “pubblico” del quartiere non fieristico con l’impegno della sola Regione Puglia – spiega ancora Pugliese – i soci dovrebbero provvedere alla ricapitalizzazione dell’Ente con un versamento complessivo di 3 milioni di euro ed all’aumento del contributo ordinario da 220mila a 330mila euro l’anno. Quanto poi alle future attività fieristiche, per non lasciarle in gran parte alla totale discrezione di coloro che avranno “a manifestare interesse” per la loro organizzazione, escludendo qualsiasi coinvolgimento e partecipazione del “territorio”, sarebbe opportuno che la FdL faccia redigere da esperti del settore un progetto preliminare per le attività da realizzare per sottoporlo alla valutazione, discussione ed eventuale integrazione da parte di tutte le Istituzioni ed Organizzazioni interessate. Il progetto definitivo potrà così riportare punti fermi e linee guida condivisi per la formulazione di un “calendario delle manifestazioni fieristiche della FdL”. Infine, il personale. “Definito il nuovo organico dell’Ente, l’eventuale personale in esubero, appositamente formato e riqualificato, andrebbe distaccato presso una società strumentale di FdL per la fornitura, obbligatoria, di alcuni servizi ai Concessionari del “quartiere  fieristico” e del “quartiere artistico”. Ma anche questo del personale, problema sul quale tutti i grandi capi delle amministrazioni pubbliche locali si stracciano le vesti quando si discute di Fiera o ci sono stipendi da mettere insieme all’ultimo momento, pare l’ultimo dei nodi da sciogliere. E fin quando la barca va – pardon, la Fiera – lasciala andare ….

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 10 Dicembre 2014

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