Problema numero 22 per Decaro
Come scontentare una larga parte di collettività? Anzi, come angustiarne la vita? Per esempio varando l’orario estivo dell’Amtab! A quanto pare, l’introduzione dei nuovi orari delle fermate – validi dal 16 giugno scorso fino al 21 settembre – ha scombussolato gravemente le abitudini e i piani dei tanti pendolari, siano essi lavoratori che studenti, che ogni mattina per raggiungere i posti di lavoro o i luoghi di studio si affidano agli scalcagnati mezzi di trasporto pubblico urbani. Un esempio per tutti è il numero 22 che parte dalle Piscine Comunali, arriva in centro e fa capolinea a Torre di Mizzo. E’ una linea molto gettonata perché ha fermate vicine a luoghi di lavoro e di studio come l’ACI, la Direzione regionale delle Poste, il Politecnico e l’Agenzie delle Entrate, tutte in via Amendola. Gli orari canonici di inizio attività di aziende ed esercizi commerciali sono le 8 e le 9 di mattina e a quanto pare prima dell’orario estivo tutto collimava a dovere mentre ora è il caos. “Fino a metà giugno – ci racconta a nome di parecchi altri un utente che lo prendeva in Via Quintino Sella, dove sono previste tre fermate – passava ad un orario tale per cui si riusciva ad essere in ufficio entro le otto o le nove, ora non capisco perché hanno cambiato e passa dieci o quindici minuti più tardi e in ufficio si arriva fatalmente dopo, oppure troppo presto se si opta per l’autobus precedente”. Inutile, aggiungono, ricorrere al numero 21 che parte dalla stazione: stessa solfa. Ecco un’altra amara testimonianza: “Io ed altri prendiamo il treno per venire a Bari e ci trovavamo benissimo con il 22 e il precedente orario: praticamente avevamo una coincidenza con alla fermata in Piazza Moro. Ora è saltato tutto e fino a settembre dobbiamo prendere la macchina”. Il risultato è appunto questo: in tanti hanno dovuto riorganizzarsi da un giorno all’altro tornando all’auto oppure incamminandosi a piedi sotto la calura estiva. La domanda spontanea è: in base a quale parametri, viste le lamentele, l’Amtab varia gli orari? I cittadini vengono in qualche modo interpellati? Qui si parla di una variazione di soli dieci-quindici minuti che però sta arrecando notevoli disagi. Tra l’altro, l’intemerata iniziativa significa, per tre mesi, meno abbonamenti mensili e minor numero di biglietti acquistati: se lo può permettere l’Amtab, visti i noti problemi di bilancio? Se l’Amtab è un servizio pubblico dovrebbe ben considerare le esigenze dei suoi utenti. (a.c.)
Pubblicato il 11 Luglio 2014