Cronaca

Procedure nuove, ma ancora tante istanze fallimentari a Bari

Il nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza non frena ancora i procedimenti concorsuali

Liquidazioni giudiziali e fallimenti, vale a dire gli aspetti patologici del settore commerciale, studiati nel corso del primo trimestre 2023 anche a Bari. Dati dai quali emerge subito come, nonostante a luglio 2022 sia entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi, fino a oggi i procedimenti delle Sezioni Fallimentari dei tribunali non siano ancora calati (come nelle intenzioni del Legislatore), registrando invece un leggero aumento del 4%. Nel dettaglio, la Sezione Fallimentare di Bari, per cui da gennaio a marzo la Fallimentare del Tribunale Civile di Bari ha registrato: 1.604 fallimenti pendenti rispetto ai 1.673 dello stesso periodo del 2022 (solo -4%) con 78 fallimenti definiti rispetto agli 82 del 2022 (-5%) e 9 fallimenti sopravvenuti rispetto ai 34 del 2022 (-74%); 35 liquidazioni giudiziali e 44 nuovi procedimenti (fallimenti+liquidazioni giudiziali) con +29% sul 2022. Cherry Sea, l’Osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry srl, ha analizzato l’attività trimestrale delle prime venti “sezioni fallimentari” in Italia, ovvero: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. E in generale, sommando fallimenti e liquidazioni giudiziali il totale di nuove procedure aperte non cala rispetto al 2022, anzi, aumenta del 4%; Nei primi tre mesi dell’anno aperte 854 liquidazioni giudiziali, col tribunale di Milano primo con 179 nuove pratiche sopravvenute, in coda Genova e Cagliari. Per i soli fallimenti Roma, Milano e Bari i tribunali con maggiori pratiche pendenti. In sostanza, nella transizione dal vecchio al nuovo regime, il nuovo Codice prevede che i ricorsi per la dichiarazione di fallimento depositati ante 15 luglio 2022 vengano definiti secondo le disposizioni della Legge Fallimentare, mentre quelli presentati successivamente sono ora regolati dalle nuove norme vigenti. Roma si conferma primo tribunale per pratiche aperte, Milano per quelle chiuse e, prendendo in considerazione solo le “code” giudiziali dei procedimenti ancora assoggettabili alla Legge Fallimentare, alla data del 31 marzo nei 20 tribunali esaminati, sono stati aperti complessivamente 218 procedimenti fallimentari e ne sono stati chiusi 1.603 in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, mentre lo stock di pratiche ammonta a 25.324 (-5% rispetto all’ultimo trimestre del 2022). Guardando invece ai tribunali di tutta Italia, si registra un calo del 79% con 411 procedimenti aperti nel primo trimestre 2023 rispetto ai 1.946 del medesimo trimestre 2022. «Monitorare, raccogliere e analizzare i dati relativi alle nuove liquidazioni giudiziali e alle “code” delle procedure fallimentari in Italia ci ha permesso di catturare fenomeni interessanti come il fatto che, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza, il totale di pratiche aperte nel primo trimestre dell’anno sia aumentato del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022, in controtendenza dunque con le aspettative del Legislatore – afferma Giacomo Fava, responsabile tecnico di Cherry Srl – l’intento della normativa CCII di evitare i il “fallimento” delle aziende non sembra dunque essersi ancora verificato, ci vorranno probabilmente ancora mesi di assestamento nel passaggio dalle “vecchie” alle “nuove” procedure giudiziali. Nel frattempo, gli insights che emergono dall’Osservatorio di Cherry Sea continuano ad essere un ottimo strumento per supportare i clienti nelle valutazioni strategiche nell’ambito del recupero crediti».

Antonio De Luigi


Pubblicato il 28 Aprile 2023

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