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Processo Banca Popolare Bari, al danno la beffa: niente risarcimento

La Banca popolare di Bari non sara’ responsabile civile nel processo nei confronti dei suoi ex vertici perche’ nei confronti dell’istituto e’ stato violato il diritto di difesa in relazione alla mancata notifica di “accertamenti tecnici irripetibili”. Lo ha deciso ieri, com’era stato annunciato a più riprese, il Tribunale di Bari, presidente del collegio Marco Guida, accogliendo l’eccezione sollevata dai legali della banca popolare barese, che nel processo e’ gia’ costituita come parte civile. E che, dunque, e’ stata estromessa nel suo ruolo di responsabile civile e anche se l’estromissione – sempre secondo il provvedimento del Tribunale – non pregiudica il diritto delle parti civili, ora migliaia di azionisti potranno chiedere il loro sacrosanto risarcimento danni in sede civile. Rivolgendosi, cioè, ad altri avvocati con esborso di altro denaro per intentare altre azioni e contenziosi in sede, appunto, civile. Dunque, un provvedimento quello di ieri favorevole alla banca già nell’aria che ha fatto da detonatore alla rabbia di chi, adesso, dovrà intraprendere altre ed ancora più dispendiose azioni di rivalsa -come detto – per di più dopo aver già perso migliaia e migliaia di euro. Al danno, insomma, l’ulteriore beffa per azionisti/risparmiatori nel processo in corso nei padiglioni della Fiera a carico di Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente ed ex condirettore dell’istituto di credito barese, accusati di aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti, e di aver ostacolato l’attivita’ di vigilanza di Bankitalia e Consob. L’istituto di corso Cavour nelle scorse udienze aveva evidenziato che nei suoi confronti era stato violato il diritto di difesa quando, nel corso delle indagini, non era stato citato per alcuni accertamenti tecnici irripetibili relativi alla copia forense dei telefoni degli indagati. La Procura, dinanzi a questa eccezione prettamente procedurale, ha in ogni caso ritenuto legittima la questione e pure il collegio giudicante l’ha condivisa. Si erano opposti gli imputati e tutte le parti civili, circa 2.700, prevalente azionisti. <<Lo Stato oggi ci volta le spalle>>, le parole sdegnate d’un gruppo di risparmiatori-azionisti BpB che protestavano davanti alla Fiera, decisi a non ingoiare a cuor leggero i cavilli trovati dai soliti avvocati per non restituire i loro soldi. Affossata, almeno per ora, ogni possibilita’ per chi sperava di avere giustizia già in sede penale, almeno in prima istanza, percependo in caso di condanna degli imputati, un equo risarcimento per le gravi perdite subite. In ogni caso, bisogna anche dire, la esclusione dal processo della Banca popolare di Bari come responsabile civile “non compromette in via definitiva il diritto dei soggetti danneggiati al ristoro dei pregiudizi patiti in conseguenza dell’illecito, in considerazione del carattere del tutto accessorio e subordinato dell’azione civile nell’ambito del processo penale”, è un passaggio dell’ordinanza con la quale il Tribunale di Bari ieri ha disposto -come detto – l’estromissione dell’istituto dal processo ai suoi ex vertici. Nel provvedimento, peraltro, i giudici evidenziano il “diritto del responsabile civile a non essere destinatario di una pronuncia di condanna con dati di prova alla cui assunzione non ha partecipato, per il diritto al contraddittorio nell’assunzione della prova tipico del giusto processo”. Il riferimento e’, appunto, alla mancata notifica alla banca, durante la fase preliminare a tutela anche degli indagati,  di accertamenti irripetibili. Secondo il Tribunale, pero’, “alcuna lesione del diritto delle parti consegue a tale estromissione”, spiegando che “e’ rimessa in capo al danneggiato la scelta consapevole e ragionata della sede nella quale far valere la propria pretesa”. Per i giudici, cioe’, resta il “diritto ad agire in giudizio esercitando l’azione di risarcimento del danno in sede civile” e, in ogni caso, “l’esclusione dal processo del responsabile civile non priva in assoluto la possibilita’ al danneggiato di conseguire in sede penale il ristoro dei danni patiti in conseguenza dell’illecito, giacche’ la sua pretesa rimane intatta nei confronti degli imputati”. E siccome bisogna batetre il ferro finchè è caldo, i difensori degli imputati hanno sollevato un’altra eccezione preliminare sulla nullita’ del decreto che dispone il giudizio. E su quest’altra questione il Tribunale decidera’ alla prossima udienza, tra una ventina di giorni.

Francesco De Martino


Pubblicato il 6 Ottobre 2021

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