Cronaca

Processo “Sistema”, continua la sfilata dei testimoni

E’ ripreso ieri mattina dinanzi al collegio della Prima Sezione Penale (Pres. Giovanni Mattencini) presso il Tribunale di Bari, il processo a carico degli ex consiglieri comunali baresi Felice Amodio, Gaetano Anclerio e Giuseppe Gonnella, accusati di aver chiesto somme di denaro a un imprenditore barese, in cambio di favori. Ed il processo, in corso ormai da oltre sette anni e che pareva finalmente avviarsi alle battute conclusive, l’hanno denominato «Sistema» proprio perché in alcune intercettazioni telefoniche già passate al vaglio del perito e depositato nel fascicolo processuale chi chiedeva i soldi, diceva: «Il sistema è questo, a Bari fanno tutti così». Ieri, dunque, dei cinque testi a discarico degli imputati se n’è presentato uno soltanto, costringendo i giudici ad un altro lungo rinvio prima della sentenza di primo grado per poter capire bene a quale degli imputati si riferivano quelle intercettazioni in quanto, come ha ammesso lo stesso perito incaricato di sbobinarle dinanzi ai giudici, durante la deposizione, anche il suo lavoro è stato piuttosto lungo e complicato. Ma veniamo subito alla lista dei testimoni presentati dai difensori degli imputati, che da ieri hanno ripreso a sfilare dinanzi al collegio dibattimentale con Sergio Volpicella, ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale, al quale è toccato ricordare i rapporti assai tesi in Consiglio Comunale, tra il suo partito e Forza Italia, quello al quale appartenevano Anaclerio, Amodio e Gonnella. Ed anche se è ancora presto per tirare le conclusioni, potrebbe aver rassomigliato a un’operazione politica, quella che portò Lorenzo De Santis –a sua volta assai vicino ad An- a denunciare i politici dell’altro gruppo di maggioranza al Comune. Anche eprchè, l’hanno amesso anche altri testimoni in Aula durante il lunghissimo dibattimento in corso, la lottizzazione in cui rientrava quella presa di mira dai consiglieri finiti sul banco degli imputati, di proprietà del geometra e costruttore barese De Santis, era davvero troppo piccola e insignificante per costituire eventuale merce di scambio. Eppure dall’ inchiesta condotta a partire dalla fine del 2002 dal sostituto procuratore Marco Denapoli, emerge che l’imprenditore barese avrebbe versato 20 mila euro in due ‘tranches’ a Felice Amodio, arrestato assieme all’ex consigliere provinciale di Forza Italia Luciano Marinelli (che poi ha preferito patteggiare) dopo aver denunciato di essere stato preso di mira anche da altri politici. Ai quali, sempre secondo la sua versione, avrebbe versato 2.500 euro e ne avrebbe promessi altri 37.500, ma con un assegno. Anche in questo caso, i carabinieri già ascoltati come testimoni un paio di anni fa in Aula dallo stesso collegio giudicante, hanno registrato, pedinato, filmato. E così sotto processo sono finiti anche Giuseppe Gonnella, ex capogruppo di Fi in consiglio comunale e Gaetano Anaclerio, anche lui all’epoca di Forza Italia, assieme ad un altro paio di consiglieri comunali assolti nel frattempo. I due gruppi di presunti concussori (ma il reato potrebbe essere derubricato in corruzione) avrebbero agito l’ uno all’ insaputa dell’ altro, per eliminare dal Piano urbanistico territoriale tematico un suolo edificatorio di proprietà dell’imprenditore che era stato erroneamente inserito, appunto, nel piano e quindi vincolato. Un atto dovuto, in altri termini, riconosciuto dallo stesso ufficio tecnico comunale, eppure, secondo la versione del costruttore Lorenzo De Santis (per parecchio tempo simpatizzante di Alleanza Nazionale, ma da un po’ di tempo assai vicino al Sindaco Michele Emiliano, dal quale è stato nominato vicepresidente della Fiera del Levante) un atto per ottenere il quale sarebbe stato costretto a versare  il denaro, decidendo infine di rivolgendosi alla magistratura. Che, come detto, aveva incaricato i carabinieri del Reparto Operativo di indagare sulla vicenda, seguendo passo per passo gli indagati, tutti appartenenti all’epoca al partito azzurro di Berlusconi. Lo stesso De Santis si prestò a far da esca all’ex consigliere provinciale di Forza Italia, Luciano Marinelli, durante un incontro nel suo ufficio, registrato grazie ad una cimice che i militari avevano piazzato nel cellulare dell’ imprenditore. Il 31 maggio, dunque, altri testi dovrebbero essere chiamati a deporre e preciseranno, forse, meglio i contorni d’una vicenda che le cronache politiche di questa Città hanno già cancellato dalla memoria. E, forse, dall’agenda, per un usare un termine piuttosto abusato…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 19 Gennaio 2013

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