Cultura e Spettacoli

Progetti cattivi, vigilanza carente, l’Italia impreparata

Qualche settimana fa a Brindisi, nel centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra, si è tenuto un interessante convegno sul tema dell’affondamento della nave da battaglia Benedetto Brin, affondamento avvenuto nel porto pugliese il 27 settembre 1915 a causa dell’esplosione della Santabarbara. Cosa fece detonare il deposito munizioni della corazzata? L’ipotesi dell’attentato fu quella che per prima si fece strada. Si parlò a lungo di un agente nemico o di un traditore al soldo del nemico che, vestito da prete, avrebbe avuto agio di mettere piede a bordo e piazzare una bomba ad orologeria, prima di mettere a tacere quelle voci e concludere che quello era stato invece un malaugurato incidente. Un incidente dovuto al fatto che la cattiva coibentazione dei tubi di areazione della Santabarbara (troppo vicini alla sala motori) aveva surriscaldato le munizioni… Ma sono ammissibili difetti di progettazione tanto grossolani? E poi non è ancora più strano che l’esplosione sia avvenuta a nave ferma e dunque a caldaie fredde ? (la Benedetto Brin era all’ancora). Tra l’altro l’unità, che  era in servizio da oltre dieci anni, aveva preso parte alla guerra italo-turca. Chissà quante volte quelle caldaie erano state portate alla massima sollecitazione senza creare problemi alla Santabarbara… Il mistero della Benedetto Brin  è ricollegabile ad altra tragedia : la distruzione di un’altra nave da battaglia, la Leonardo da Vinci, avvenuta ancora per detonazione della Santabarbara il 2 agosto 1916 e ancora all’interno di un porto pugliese, quello di Taranto. Anche a questo proposito si parlò inizialmente di complotto, poi si riconobbe essersi trattato di un incidente : La nave aveva imbarcato munizioni per la missione di prova tiro prevista per il giorno successivo. Durante la notte, alle 23 circa, venne segnalata fuoriuscita di fumo dai condotti di aereazione presso il boccaportello di un elevatore munizioni. Alla comparsa di scintille ebbe seguito un incendio in una zona adiacente al deposito munizioni dello scafo. Ad un certo momento le cariche della batteria brillarono e l’esplosione fu talmente violenta da provocare una fiammata da poppa a prora e la rottura dello scafo… Le due tragedie (che determinarono la morte di centinaia di uomini) hanno in comune solo l’esplosione di una Santabarbara. Se fu attentato nel primo caso e disgrazia nel secondo, ciò dimostra la stessa cosa, l’impreparazione dell’Italia all’ingresso in guerra (pur avvenuto con un ritardo di oltre un anno rispetto alle altre potenze belligeranti). Perché disgrazie di quelle proporzioni sono in definitiva manifestazione di incapacità imperdonabile o nell’organizzare la vigilanza oppure nella gestione di materiale pericoloso.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 7 Ottobre 2015

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