Promesse di chiarimenti, ma per ora sulla Cassa Prestanza ci sono i segugi contabili
Torna in primo piano a Palazzo di Città la cassa mutua a favore dei dipendenti comunali, specialmente dopo interrogativi, interrogazioni e infine anche una puntigliosa e dettagliata denuncia alla Corte dei Conti depositata dal Movimento 5 Stelle. Ma procediamo con ordine. Ieri mattina il consigliere grillino, Sabino Mangano, ha ripreso le fila della questione incontrando i rappresentanti sindacali del Comune di Bari per ottenere chiarimenti sulla situazione relativa, appunto, alla Cassa Prestanza. In primo piano, la latitanza di sindaci vecchi e nuovi, ma anche assessori e dirigenti comunali. Mangano, in particolare, ha evidenziato che quanto sottoposto alla magistratura contabile un paio di settimane fa era necessario pur di ottenere – come ripete lui stesso – lumi sulle azioni effettuate dall’Amministrazione. Ma il buio resta, con uno strano silenzio che si trascina da quando questo giornale, sindaco Emiliano e assessora –e poi capo di Gabinetto Rinella – rispondevano picche a ogni richiesta di atti e documenti. Un problema, quello dei silenzi e misteri attorno all’ultima cassa mutua rimasta in vita, in cui la facevano da padroni in particolare i rappresentanti sindacali Uil. E cioè i sindacalisti maggiormente rappresentativi al Comune, quelli che incameravano gettoni e presenze nei vari CdA. Ma adesso Mangano preferisce chiudere col passato e determinare non solo “…l’esatta qualificazione giuridica e contabile” dei contributi posto a carico del bilancio comunale a favore della Cassa Prestanza dei dipendenti del Comune, ma anche chiarire alcuni passaggi dello Statuto vigente. Per esempio, sempre nella Cassa Prestanza, i riferimenti all’obbligatorietà degli stessi contributi (Art.2 dello Statuto della Cassa Prestanza che dispone testualmente che “La Cassa avrà durata illimitata, gestione autonoma, patrimonio ed amministrazione distinta e separata dal patrimonio e dall’amministrazione del Comune)” compreso i circa 500mila euro fagocitati dal bilancio. Il consigliere di Minoranza ieri ha anche ripetuto che sul tema non ci sono aperture da parte dell’Amministrazione Comunale, nonostante le interrogazioni effettuate dalla VI Commissione Consiliare e considerando che il Segretario Generale ha informato la stessa Commissione che si sta procedendo con delle verifiche approfondite (cui eventuale termine e stato di avanzamento sono al momento non quantificabili) nonostante le promesse di chiarimenti già manifestate dallo stesso D’Amelio anni fa, sullo stesso argomento. L’azione del MoVimento 5 Stelle è tesa quindi a ricostruire legittimità giuridica delle azioni riferibili alla Cassa e, in ogni caso, lo stesso gruppo consiliare “…resta in attesa di sviluppi da parte della Corte dei Conti e dei pareri in merito dell’Amministrazione Comunale”. Dunque, i segugi contabili di via Matteotti stanno già lavorando per accertare eventuali profili di danno erariale a carico dell’Ente sui contributi posti a carico del bilancio comunale a beneficio dell’ente istituito nel 1924 al Comune di Bari, con finalità di previdenza sovvenzioni e assistenza in favore dei dipendenti iscritti. Lo scopo? Concedere agli iscritti sovvenzioni, sussidi, premio di buonuscita attuando altre forme di assistenza e previdenza. Eppure, nonostante gli anni trascorsi dall’istituzione, il problema resta sempre quello dei pesanti contributi a carico del bilancio comunale a favore della stessa Cassa dei dipendenti del Comune, non rinvenendo nello statuto vigente della Cassa Prestanza alcun riferimento all’obbligatorietà degli stessi. Chi ne risponderà, eventualmente, rammentando per esempio che solo nel triennio 2012/2013/2014 il Comune di Bari ha erogato alla Cassa circa 1,5 milioni di Euro utilizzando fondi dalla Ripartizione Solidarietà Sociale. Per cui, ragionano i penta stellati, se dovessimo sommare tutti i contributi erogati alla Cassa Prestanza a carico del bilancio comunale, sarebbe ipotizzabile un danno erariale dal 1923 ad oggi di importo molto, ma molto considerevole, al vaglio degli investigatori contabili.
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Marzo 2016