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Promossi da segreterie, ‘fabbriche’ o ‘Bollenti Spiriti’, ma senza concorso

 

Ricordate? Era stato un mese davvero frenetico, quello che chiudeva il 2012 negli uffici del Personale alla Regione Puglia, in via Celso Ulpiani: a dicembre, infatti, scoccavano le ultime ore per determinazioni e delibere con oggetto promozioni e, soprattutto, assunzioni nell’organigramma dell’Ente governato per la seconda (e ultima) volta da Nicola Vendola. Dove, e c’era da prevederlo, hanno scalato i vertici dirigenziali giovani-vecchi allevati, cresciuti e pasciuti a suon di <> e <>, premiati con qualche altro membro di partito, naturalmente alleato, a dimostrazione che col governatore che ora s’accorge di non poter rispettare i patti di stabilità e ulula come un lupo ferito, non è cambiato proprio niente da quando, a imporre la “nomenclatura” negli enti pubblici, erano i vertici di patito. Gli stessi, tanto per intenderci, che con garofani, colombe bianche e falci e martelli sugli stemmi comanda(va)no indisturbati da sempre. Ma andiamo con ordine e torniamo a dicembre 2012, con l’ultima megainformata di promozioni ai vertici della dirigenza regionale. Che ha visto approdare a capo dell’ambita Area Organizzazione, – dopo il defenestramento frettoloso di Bernardo Notarangelo, sindaco della vecchia diccì a Putignano – la dottoressa Mimma Gattulli, già responsabile del Servizio Personale e terminata anche lei al centro d’un fitto dossieraggio per pareri e parcelle rilasciate nonostante non appartenesse più ai ruoli dell’Avvocatura. Assieme a lei è stato promosso direttore del delicatissimo settore finanziario, al posto del dottor Mario Aulenta – tornato ai più comodi ranghi universitari – Angelo Sante Albanese, ben piazzatosi all’ultimo concorso per dirigente e adesso più che mai a dura prova dallo sforamento del patto di stabilità imposto dal capo della Giunta. Ma a scatenare le ire di molti dipendenti ancora in ‘stand-by’ nonostante i tanti anni accumulati al servizio dell’Ente, l’avviso contenuto nella determinazione dirigenziale n. 814/2012 per l’acquisizione di due dirigenti destinati all’Ufficio Affari e Studi Giuridici e all’Assistenza agli Organi del Consiglio Regionale. Un avviso finito nel mirino del sindacato autonomo <> che, alla dirigente al Personale, aveva chiesto di chiarire se, prima di pubblicare quell’avviso, avesse provveduto a verificare la presenza di professionalità dirigenziali interne, per l’affidamenti di quei due incarichi. Che, verifica o non verifica, uno dei due uffici di cui sopra è stato assegnato a Domenico De Giosa, già funzionario con tanto di ‘Alta Professionalità’ in qualità di segretario del dirigente ai Lavori Pubblici, improvvisamente trasferito in via Capruzzi, a dirigere un Ufficio completamente nuovo per lui, nel Consiglio guidato da Onofrio Introna. Per Giovanni Tria invece, già Sindaco di Acquaviva delle Fonti e coordinatore della segreteria barese PD, è stato creato un bell’Ufficio ‘ad hoc’, che avrà il delicato compito di dirigere amministrativamente le prossime elezioni. Ma a furia di mischiare nomine politiche e di partito, premiando anche chi ha diretto le megainiziative culturali tanto care a Vendola, è arrivata anche la nomina del ricercatore barese Annibale D’Elia, dal 2007 già al servizio della Regione. Carriera rapidissima per D’Elia, elemento di spicco nello staff del programma per le politiche giovanili <>, pronto a mettere radici nell’ente dopo aver sottoscritto un bel contratto triennale da dirigente. Lui, del resto, ha furbescamente mantenuto la posizione nonostante la fuga dell’altro leader dei <> Roberto Covolo, passato armi e bagagli dietro a Beppe Grillo, l’altro profeta dell’antagonismo, ma senza assunzione. Attoniti di fronte al balzo di carriera di D’Elia, oggi loro capo, le diverse decine di colleghi dei <> assunti anche loro alle Politiche Giovanili, circa duecento, che si dovranno comunque accontentare –si fa per dire…- d’una proroga del contratto con la Regione Puglia per altri tre anni (a proposito, ma i soldi per pagargli gli stipendi ci sono, oppure al servizio Personale si accorgeranno di eventuali buchi qualche mese prima della scadenza, com’è accaduto ultimamente al Corecom?) in barba alle sentenze della Corte Costituzionale e leggi dello Stato che prevedono l’obbligo del concorso per mettere piede nell’amministrazione pubblica. Hai voglia il non certo di parte ‘Sole 24 Ore’, a scrivere che alla Regione Puglia <<…per legare a doppio filo direttori d’area agli assessori e al governatore, si è creato un modello organizzativo a cascata. Un modello in cui tutte le figure sono legate le une alle altre da uno strettissimo legame fiduciario: il governatore sceglie l’assessore che a sua volta individua il direttore d’area. Quest’ultimo seleziona il dirigente di servizio, che ha potere di firma sugli atti e quindi un ruolo strategico e che propone il collega dirigente di ufficio>>. Tutto questo, bisogna ammetterlo, in una fitta ragnatela di rapporti piramidali che nella Regione Puglia migliore di Nichita Vendola rassomiglia tanto a quelli tra vassalli, valvassori e valvassini, umili e fedeli servitori dell’imperatore-faraone.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Maggio 2013

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