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Pronta a esplodere la rabbia degli agenti di custodia

Dopo il carcere di Taranto, sbarca all’interno della casa circondariale barese la protesta dei poliziotti penitenziari non più disposti a lavorare “…in un clima di violenza intimidazioni, abbandonati a se stessi nelle sezioni detentive che nelle ore  serali diventa più deserto di una piazza di un paese in provincia piccolo e abbandonato””, attacca Federico Pilagatti, segretario del sindacato autonomo degli agenti penitenziari (Sappe). E così, in maniera del tutto autonoma è iniziata da qualche giorno la protesta con  l’astensione dalla mensa e la diffusione di un documento firmato da oltre centocinquanta lavoratori in divisa grigia che denunziano le gravi violazioni di accordi sindacali, ma anche il completo abbandono in cui vivono l’attività all’interno delle sezioni detentive. <>, incalza Pilagatti. Pronto a rimarcare l’attenzione su una vertenza aperta da tempo, ma senza risultati concreti finora e che ora si riaccende presso gli uffici del nuovo provveditore regionale, molto attento alle prerogative dei lavoratori. <>, taglia corto il sindacalista. E proprio in attesa di un “segnale forte”, che il sindacato autonomo degli agenti penitenziari ha deciso di sospendere questa prima fase di protesta. Che però, potrebbe riaccendersi se i segnali invocati non si arriveranno, coinvolgendo anche chi nel carcere ci lavora in prima linea come, appunto, gli agenti penitenziari. Lavoratori troppo spesso lasciati soli nelle sezioni detentive a gestire detenuti psicolabili e tossicodipendenti, a  vigilare sui clan rivali in maniera inadeguata ed insicura, ad occupare più posti di servizio contemporaneamente a causa della carenza di personale. Così nelle ore notturne il carcere di Bari risulta pressochè sguarnito, mentre tanti poliziotti penitenziari sono costretti a ricorrere al pronto soccorso a seguito  delle lesioni provocate dai tanti squilibrati, veri, falsi o presunti, presenti nella struttura di corso De Gasperi. Insomma, ormai non passa giorno che la Direzione dell’Istituto barese con i propri educatori ed assistenti sociali, pubblicizzano iniziative a favore del reinserimento dei detenuti ristretti all’interno del carcere. Chi non ricorda l’orto con la produzione di qualche pomodoro(ormai appassito), oppure le varie iniziative teatrali, la raccolta differenziata dei rifiuti, il treno che porta i familiari dei detenuti dal Papa a Roma e altro. Si può dire che ogni giorno viene sfornata una nuova iniziativa che porta visibilità, punteggi, sorrisi ai vertici del penitenziario di corso De Gasperi. Certo, figurarsi se il ‘Sappe’ non è favorevole alle iniziative che aiutano chi abbia voglia e volontà a reinserirsi, ma nel contempo non può assistere passivamente a quanto sta avvenendo nelle sezioni detentive sulle spalle dei poliziotti penitenziari di Bari. E Federico Pilagatti l’ha già spiegato, in passato: <> E non basta. <>. Potrebbero essere assai pesanti, insomma, le iniziative di protesta preannunciante dai rappresentanti dei lavoratori all’interno della casa circondariale barese l’estate prossima, senza dimenticare che il carcere è un luogo che deve soprattutto garantire sicurezza, per i detenuti stessi, per i poliziotti penitenziari, ma anche per i cittadini.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 10 Giugno 2016

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