Proteste dal V Municipio: “Avvisate Decaro che esiste anche la costa nord”
Sono trascorsi meno di due mesi dalla consultazione elettorale delle amministrative che hanno visto riconfermare Antonio Decaro a sindaco di Bari per un secondo mandato in maniera pressoché plebiscitaria anche nelle periferie cittadine, ma di queste il riconfermato Primo cittadino barese sembra essersene già dimenticato, o quasi. Infatti, almeno nella periferia nord del capoluogo, ossia Palese e Santo Spirito, che insieme contano più di 30mila abitanti, la sensazione di molti cittadini è che l’Amministrazione barese si sia nuovamente già dimenticata di essi. “Avvisate Antonio Decaro che c’è anche la costa nord” – è la scritta sovrastante un post della pagina “Quelli che amano Santo Spirito” di Facebook, in cui è stato riportato un servizio di cronaca dal titolo: “Bari, Decaro all’Urbanistica: priorità è la rigenerazione della costa a sud”. Ma probabilmente non è soltanto del litorale barese a nord di San Girolamo e Fesca che il sindaco Decaro possa essersi dimenticato in fretta dopo la torna elettorale del 26 maggio scorso, visto che anche per questioni ancor più spicciole – come sostengono alcuni cittadini delle due ex frazioni a nord di Bari – l’Amministrazione barese ha forse già dimenticato il territorio di Palese e Santo Spirito. E, nello specifico, il riferimento potrebbe essere relativamente ad una finora mancata segnalazione, da parte del Comune di Bari agli Uffici dell’Ispettorato agricolo regionale, dei danni provocati dall’eccezionale grandinata della scorsa settimana ai campi coltivati ricadenti in agro di Bari. E, più in particolare, per quelli in prossimità con il tenimento dei Comuni di Modugno, Bitonto e Giovinazzo. Vale a dire, tutta l’area agricola barese a nord del capoluogo che ai fini amministrativi ricade sotto la competenza comunale di Bari e che all’interno di detto Comune è catastalmente identificata come “agro di Palese e Santo Spirito”. Ossia quello del cosiddetto “V Municipio” di decentramento amministrativo di Bari. Infatti, mentre i Comuni di Modugno, Bitonto e Giovinazzo hanno già provveduto a segnalare ciò che è accaduto il 10 luglio scorso a causa del maltempo, quando la grandinata che ha interessato i rispettivi territori di competenza ha causato notevoli danni alle produzioni agricole presenti in zona, oltre che – in alcuni casi – ad impianti e strutture di pertinenza aziendale, il Comune di Bari invece non ancora inoltrato all’Ispettorato alcuna richiesta atta ad avviare la procedura regionale per conseguire la dichiarazione di “stato di calamità” dei suoli agricoli colpiti dalla grandine e ricadenti in tutta l’area comunale delle due ex frazioni della periferia nord. Segnalazione – come è noto – necessaria al fine dei sopralluoghi da parte degli ispettori agricoli regionali che, a loro volta, devono relazionare sull’entità dei danni alle produzioni ed alle opere patiti dai proprietari o conduttori dei suoli. E che, se eventualmente assicurati, per tali rischi possono attivare le relative richieste di risarcimento alle compagnie assicurative, solo qualora e quando il Comune interessato dall’eccezionale maltempo sia inserito ufficialmente tra quelli colpiti da “calamità naturale”. Ma è noto pure che la dichiarazione di “stato di calamità” è indispensabile ai produttori ed alle aziende anche ad altri fini. Tra i quali prevalente è sicuramente quello fiscale. Infatti, in assenza del predetto riconoscimento, e quindi delle percentuali di danno in esso riconosciute, i danneggiati dalla calamità sarebbero privati di qualsiasi possibile eventuale beneficio economico o semplicemente fiscale. Con la conseguenza che, ai consistenti danni economici provocati dal maltempo, si aggiungerebbe anche la beffa di dover pagare l’Irpef su redditività agricole non conseguite. Sta di fatto che per i menzionati Comuni limitrofi a Bari hanno già provveduto ad attivare la richiesta di dichiarazione di “stato di calamità” per la grandinata della scora settimana e l’Ispettorato regionale (per Bitonto la constatazione è avvenuta ad una settimana esatta dall’evento) ha pure effettuato i sopralluoghi propedeutici all’iter istituzionale per la declaratoria di calamità, mentre per Bari (in particolare per le zone agricole di Palese e Santo Spirito) i sopralluogo ispettivi non solo non sono avvenuti, ma – a detta di fonti interne all’Ispettorato stesso – non è possibile neppure effettuarli in quanto, non essendo pervenuta finora alcuna richiesta in tal senso da parte del Comune, non è possibile emanare alcun ordine di servizio che autorizzi gli ispettori ai sopralluoghi di rito. Quindi, qual è il rischio per agricoltori e proprietari di suoli ricadenti nell’agro catastale di Palese – Santo Spirito e colpiti dalla recente grandinata precipitata nel barese? Nel caso giungesse in ritardo, o affatto (come pure è accaduto in passato), all’Ispettorato agricolo regionale alcuna richiesta di dichiarazione di calamità da parte dell’Amministrazione comunale barese, il Comune capoluogo sicuramente non comparirebbe tra quelli da inserire nel riconoscimento dello “stato di calamità”, con le tutte conseguenze negative che ne deriverebbero per coloro che, pur essendo titolari di poderi agricoli colpiti dalla grandine nella zona del V Municipio amministrativo di Bari, non potrebbero beneficiare di alcunché per i danni subiti a produzioni e strutture presenti su detti suoli al momento dell’evento calamitoso. In definitiva, non è verosimilmente soltanto la costa nord ad essere stata repentinamente dimenticata dal rieletto sindaco Decaro, ma dette periferie non sono forse neppure presenti nei pensieri degli amministratori baresi per questioni ancor meno rilevanti dal punto di vista procedurale e di costo. Anzi, nel caso innanzi citato della mancata segnalazione di evento calamitoso, non ci sarebbe alcun costo da sostenere da parte dell’Amministrazione. Ma visto il recente successo elettorale di Decaro anche nel V Municipio, molti sperano però che non sia così anche per il prossimo quinquennio.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 18 Luglio 2019