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Protezione Civile, 381 mila euro per l’affitto dell’ex aerostazione passeggeri

Può una società privata ricevere fiumi di quattrini da un ente pubblico e poi sbandierare bilanci sempre più floridi e da copertina? Tutti sanno che la società che gestisce gli aeroporti civili, in Puglia, è quasi interamente della Regione Puglia. Eppure pochissimi conoscono i meandri, rivoli e curiosità della cosiddetta finanza creativa di chi, come l’ing. Mimmo Di Paola, è a capo della Società Aeroporti di Puglia S.p.A. (prima con Fitto, poi con Vendola) e con fondi interamente pubblici riesce da qualche anno a presentare bilanci senza più rattoppi e perdite. Come ha fatto? E come potrebbe essere diversamente se la Regione Puglia elargisce fiumi di finanziamenti e fondi, perfino per saldare l’affitto di immobili dei quali praticamente è proprietaria. Un esempio? Per l’esigenza della sede della Protezione Civile Regionale, occupando spazi della dismessa aerostazione passeggeri di Bari-Palese ubicata su area demaniale, la Regione Puglia liquida ogni anno in favore ella società gestita da Di Paola un canone annuo di 370mila e 872 euro, Iva compresa, appena rivalutati per l’anno 2012 per l’applicazione dell’indice Istat a 381.067,89. Una vera e propria pacchia, nonostante vecchie leggi, evidentemente ormai in disuso per i creativi della finanza inventati da Vendola, prevedano almeno la compensazione del calcolo Istat sui canoni di locazione tra enti pubblici. Ma subito ci sarebbe da obiettare che l’ex Seap affidata all’ing. Domenico Di Paola è un ente di naturaprivatistica, una vera e propria ‘spa’ che, però, si mantiene in vita grazie ai quattrini succhiati dalla provvida mammella pubblica. E cioè dalla Regione Puglia, sia che governi Raffaele Fitto, sia Nichi vendola, senza soluzione di continuità. Insomma, Aeroporti di Puglia ex Seap gestisce senza lamentarsi troppo gli aeroporti di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto (Grottaglie) di proprietà della Regione Puglia al 99,414% come un grande spettacolo scenico dove la finzione si tramuta in realtà solo durante la ‘piece’ teatrale. Dopo di che tutto ritorna alla realtà, senza le luci delle vetrine sfavillanti e le piste per i decolli che si riducono ad enormi quinte scenografiche puntellate da grandi impianti in tubi innocenti. La società per azioni della Regione è proprio come nella fiction: una grande struttura di mercato che snocciola numeri e risultati di grande rilievo, ma che con il “mercato” nulla ha di che spartire. In nove anni, dal 2002 al 2011, AdP ha fatto passi da gigante, cumulando risultati importanti da incensare in conferenze stampa, frequentate da operatori di un sistema mediatico pregiudizialmente ben disposto verso una struttura generosa nella pianificazione della comunicazione coi generosi finanziamenti pubblici. Come, appunto, i quasi 400mila euro chela Regione pompa nelle casse aeroportuali per immobili di proprietà demaniale. Cioè di proprietà regionale. Solo con questa e altre trovare si trovano i fondi per incrementare i finanziamenti per i passeggeri, che passano dai tre milioni e mezzo del 2008 agli oltre cinque milioni del 2011. I  voli passano dai 10 del 2002 ai 110 del 2011, facendo diventare quello di Bari uno dei dieci scali italiani che l’Enac considera strategici e punto di riferimento dei voli low cost. Tutti questi numeri sono stati prodotti innanzi tutto da una spesa pubblica “spinta” di oltre 400 milioni di euro in nove anni (tra fondi regionali, nazionali ed europei). Un’infernale macchina di saccheggio dell’erario pubblico, sotto stretto controllo del potere politico regionale che ha individuato nell’amministratore unico Domenico Di Paola – recordman della categoria: 12 anni con quattro mandati continuativi dal 2001 al 2013 – il perfetto esecutore di questo progetto imprenditoriale assistito. Oggi, però, ci si ritrova a fare i conti con il mercato, quello vero. Terminate le risorse garantite, infatti, bisognerà camminare ora con le proprie gambe, prevedere una forma di privatizzazione e misurarsi davvero con la concorrenza. I fuochi d’artificio, ottimamente remunerati, di un manager-spettacolo qual è Di Paola non si possono più accendere. Ci vorranno validi amministratori e seri piani industriali per evitare che la “AdP delle meraviglie” possa mantenersi coi fondi della finanza creativa. Come quei 381 mila euro che la Regione elargisce ogni anno per l’esigenza della sede della Protezione Civile nell’ex aerostazione di Bari-Palese…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 27 Giugno 2012

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