Cronaca

Prove statiche per il Ponte Adriatico… e la pista ciclabile?

Tutti a guardare gli appoggi e la tenuta statica del nuovo, mirabolante ‘Ponte Adriatico’ di Bari, ma nessuno che guardi dalla sua pancia in su, ovvero faccia caso alle corsie nella parte superiore della struttura dove manca ancora la pista ciclabile. E così oggi, dopo la convenzione siglata cinque anni fa tra Comune di Bari e Politecnico sul comportamento dinamico del mega-ponte barese, un gruppo di ricercatori, guidati da Dora Foti (professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni del Dipartimento Ingegneria Civile) e Mariella Diaferio (professore associato di Tecnica delle Costruzioni), effettueranno una serie di attività scientifiche con l’impiego di accelerometri per la risposta dinamica della struttura. In primo piano, insomma, il ponte/cartolina in assenza di traffico (dopo le 22) e col solo passaggio di un camion che riproduca le condizioni presenti in fase di collaudo, per ottenere risultati confrontabili. “Avere la disponibilità di professionalità e competenze di uno dei  migliori Politecnici del Paese è per la città un grande vantaggio – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso – perché abbiamo la possibilità di avviare studi scientifici sul comportamento delle infrastrutture che ci restituiranno dati per futuri piani di manutenzione. Per quanto riguarda il caso del ponte Adriatico, struttura con caratteristiche eccezionali di realizzazione, questo lavoro ci è doppiamente utile in quanto l’amministrazione non è in possesso di uno storico sul quale tarare un piano di manutenzione né ha mai potuto verificarne il comportamento dinamico se non subito dopo la costruzione. Queste attività saranno svolte periodicamente senza alcun nesso con la staticità o la realizzazione dell’opera. Si tratta di studi utili all’amministrazione comunale, che potrà utilizzare i risultati come base per un’eventuale pianificazioni di interventi”. Peccato che in tutto questo popò di studi, approfondimenti e atti, tarati e non, manchi uno straccio di documento sulla pista ciclabile che doveva ornare il nostro Ponte Adriatico. Insomma, il Sindaco del ‘Park & Ride’ e delle piste ciclabili, come ama definirsi ancora oggi Antonio Decaro, scivola proprio sull’opera ciclabile più grande e vistosa della Città. E cioè su quella pista ciclabile-buccia di banana progettata e realizzata sul ponte da ‘Mille e una Notte’ dell’asse nord sud, ma senza spazi riservati alle due-ruote. Una pista ciclabile che, come hanno detto e ripetuto più volte il primo cittadino e l’assessore ai Lavori Pubblici Galasso fin dall’inaugurazione a settembre 2016 con Matteo renzi premier di passaggio a inaugurare la Fiera del Levante, rappresenta addirittura il primo ‘scavalco ferroviario’ della città dotato, appunto, di piste alternative riservate ai ciclisti. Una pista ciclopedonale ancora tutta da vedere (ma sembra proprio di capire che non si vedrà mai più…) che sarà -…quando e se sarà completata – promiscua e monodirezionale, separata per ciascun senso di marcia per adesso a forma di un enorme punto interrogativo. Una pista per gli amanti dei velocipedi che, però, progettata male a quanto pare, con una serie di ostacoli non previsti in sede di progettazione a pochi centimetri l’uno dall’altro e, a opera ultimata, insormontabili per i ciclisti. Omissioni che hanno mettendo in serio imbarazzo gli amministratori municipali, imbarazzo ovviamente riversato anche tra progettisti e tecnici che hanno cercando in tutti i modi di rimediare, studiando e ristudiando sistemazioni tutte da trovare, pur trattandosi di un’opera progettata ex novo. Questo perché, forse, sulla pista è stato consentito il transito sia di ciclisti sia di pedoni a lato delle corsie, negli spazi compresi tra barriere fonoassorbenti rosse e ‘guard rail’, senza tenere conto delle distanze, una volta completata. <<Il percorso ciclabile terminerà con un attraversamento stradale che consentirà l’inversione di marcia da parte dei ciclisti>>, spiegava fin dal 2016 l’assessore Galasso, cercando di ovviare a errori che –come detto – riguardano per di più un’opera costruita ‘ex novo’ e non riversata sull’esistente. Ma di tutto questo, per sfortuna dei ciclisti baresi, nessuno parla più…

Francesco De Martino


Pubblicato il 24 Aprile 2021

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