Cronaca

Province: la Cisl conferma lo stato d’agitazione dei lavoratori

Per le legittime preoccupazioni e le aspettative dei lavoratori delle Province pugliesi, che temono anche la messa in discussione della loro retribuzione a causa dei tagli previsti nella Legge di Stabilità, la Cisl e le altre organizzazioni sindacali, confermano la proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori delle Province per intensificare le iniziative di protesta in atto’. Questo uno dei passaggi  fondamentali della lettera inviata dai Segretari generali della Cisl e della Funzione Pubblica di Puglia Basilicata, Giulio Colecchia e Enzo Lezzi, al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, per sollecitare l’apertura di un confronto urgente capace di governare quei ritardi ed incertezze nei tempi di attuazione della cosiddetta Legge Delrio e, di conseguenza, degli ulteriori tagli previsti dalla Legge di Stabilità, che aggiungeranno confusione alla già situazione di precaria certezza circa la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei servizi sull’intero territorio regionale. Colecchia e Lezzi, inoltre, reclamano a gran voce l’istituzione del tavolo regionale di confronto permanente con le organizzazioni sindacali che dovrà affrontare le tematiche connesse alla nuova governance regionale nonché a tutte le materie connesse ai rapporti di lavoro dei dipendenti interessati dai processi di riordino istituzionale, così come sancito nel Protocollo già condiviso tra i sindacati la Regione Puglia, che è stato già inviato lo scorso 31 ottobre ad Anci e Upi ed ancora in attesa di riscontro. Tra gli obiettivi principali quello di approvare uno schema di convenzione tra Province e Comuni per la gestione delle mobilità del personale e associata dei servizi. sulla scorta della richiesta avanzata dai sindacati nel corso degli ultimi incontri. Il tema riguarda in primo luogo le uscite del personale delle Province che non rientrano come Bari nella Città Metropolitana nei prossimi due anni che, tra pensionamenti coi requisiti pre Fornero e quelli dell’attuale normativa, ammontano a diverse centinaia di dipendenti. A questo dato andrà aggiunto quello delle richieste di mobilità volontarie verso altri enti. Il problema è di tutelare la funzionalità dei servizi con le necessarie professionalità, visto che la nuova Provincia non può assumere né conferire incarichi. Da qui la necessità di un accordo quadro anche in prospettiva di dotare l’amministrazione di strutture di servizio che si possono offrire ai Comuni in un’ottica di ottimizzazione di risorse e competenze. Appalti, contratti, progettazione, sono alcuni ambiti che possono richiedere un coordinamento territoriale. Anche in previsione di un’unica stazione appaltante territoriale. Alla convenzione quadro, poi, potranno fare seguito accordi specifici coi singoli Comuni e Unioni di Comuni, secondo le necessità e le specifiche esigenze di raccordo amministrativo. L’ipotesi di collaborazione non ha natura vincolante, ma vuole essere unicamente la condizione di partenza per facilitare il funzionamento dei servizi in modo più coordinato e col minore dispendio di risorse. La conseguenza è che alle Province è tolta ogni competenza in materia, con aggravio di compiti che ricadono sui Comuni. Del problema è stato investito anche il prefetto di Bari, subito resosi disponibile alla costituzione di un tavolo provinciale sulla base di uno schema di ordinanza recentemente prodotto da Anci, che può diventare la base di una convenzione tra Provincia, Comuni e soggetti interessati per reintrodurre i fili di un coordinamento ritenuto indispensabile. Lo scoglio principale resta però quello delle risorse, con la rassicurazione che la Polizia provinciale, per esempio, potrà confermare il proprio ruolo di controllo in merito all’osservanza delle varie ordinanze. Ma ora i sindacati, Cisl in testa, aspettano risposte rapide e concrete dal capo della giunta regionale pugliese…

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 27 Novembre 2014

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