Cultura e Spettacoli

Puglia al di là dei confini

Il toponimo Puglia non è ristretto nei confini regionali. Una frazione di Arezzo posta a 302 metri di altezza e popolata da 427 persone si chiama Puglia. Poi c’è Redipuglia, frazione del comune di Fogliano in provincia di Gorizia e sede del celebre sacrario militare (ma qui va precisato che quel ‘puglia’ è italianizzazione dello sloveno Sredipolje, che significa ‘campo dissodato’). In Umbria, in località Gaglietole, frazione di Collazzone, nel perugino, esiste il Santuario del Puglia, altrimenti noto come Santuario della Madonna della Pugliola. Puglia e Pugliola sono pure due corsi d’acqua. Il primo nasce alle pendici del Monte Pelato (m. 633), nel comune di Giano dell’Umbria, attraversa Gualdo Cattaneo e dopo una trentina di chilometri sfocia nel Tevere all’altezza di Collepeppe. Il secondo è un affluente del primo. Pugliola è anche un comune della provincia di La Spezia. Saltando di palo in frasca, veniamo agli omaggi alla nostra terra. La storia della marina italiana annovera due navi battezzate Puglia e Pugliola. La Torpediniera Puglia, varata nel 1898 svolse il suo servizio in Adriatico, dove al termine della Grande Guerra fu utilizzata come deterrente negli inquieti porti dalmati ; si trovò anche al centro degli incidenti di Spalato che nel 1920 culminarono nella morte del comandante Tommaso Gulli, grande amico di Gabriele D’Annunzio. Riclassificata come posamine nel 1921, due anni dopo la Puglia venne radiata. Prima però che la smantellassero la donarono al Vate il quale era intervenuto perché a “tanto cimelio” venisse risparmiata “l’onta della demolizione”.  Per celebrare la memoria dell’amico scomparso eroicamente nei disordini di Spalato, D’Annunzio fece inserire la prua della nave –  rivolta simbolicamente verso l’Adriatico – e gran parte delle sovrastrutture (castello, ponte, artiglierie) nel parco del Vittoriale degli Italiani. Il Pugliola invece fu un piroscafo italiano che negli anni della seconda guerra mondiale venne requisito dalla Regia Marina e trasformato in incrociatore ausiliario. Il suo relitto giace nelle acque di S. Caterina di Nardò a una dozzina di miglia dalla costa. La nave andò a fondo il 12 agosto 1943 in circostanze rimaste oscure ; se non fu silurata, incappò certamente in un campo minato. Restando in tema di omaggi, ma questa volta ‘civili’, non va dimenticato che nel coronamento del sommoportico in corrispondenza delle colonne dell’Altare della Patria trovano posto statue dedicate alle regioni italiane. Quella dedicata alla Puglia (nell’immagine) ha un abito semplice e capelli sciolti, offre grappoli d’uva e si appoggia su un aratro. Tutto ciò vorrebbe ricordare la fertilità del Tavoliere e di tutto il suolo pugliese. La statua è opera dello scultore Francesco Pifferetti.

Italo Interesse


Pubblicato il 1 Settembre 2017

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