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Puglia “Ryanair-dipendente”, ma per gli amministratori è tutto regolare

I contributi regionali erogati annualmente alla compagnia aerea “Ryanair” e i flussi di passeggeri in transito negli aeroporti pugliesi sono scesi da parecchio nelle cronache politiche, finendo spesso al centro delle sedute della V commissione della Regione Puglia allo scopo di “…verificare l’opportunità dell’investimento con Ryanair e rivedere le modalità dell’accordo”. Nei mesi scorsi, mentre fioccavano anche interrogazioni a livello parlamentar, l’amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Giuseppe Acierno, e l’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, hanno tentato di tamponare le falle della società di gestione degli scali civili pugliesi. A fornire i dati relativi al traffico e all’impatto economico dei flussi dei passeggeri è stato Acierno: a fronte dei 12 milioni di euro stanziati dalla Regione Puglia alla società AMS (partecipata da Ryanair) per svolgere attività di promozione, comunicazione e marketing, il ritorno economico è stimato a circa 312 milioni di euro annui, con 2 milioni 716mila passeggeri che rivestono il 48,65% del totale di presenze registrate negli aeroporti di Bari e di Brindisi.

Per quanto riguarda poi l’affidamento dei servizi di comunicazione e marketing alla società AMS, l’assessore Giannini ha sottolineato che “è avvenuto attraverso una regolare procedura ad evidenza pubblica a cui hanno partecipato circa 30 compagnie”.

E rispondendo alla sollecitazione del consigliere Luigi Mazzei di migliorare la fruibilità dell’aeroporto di Brindisi, ha annunciato la realizzazione di un progetto per potenziare i collegamenti  da Lecce e da Taranto con lo scalo brindisino, che includerà anche una fermata per consentire l’arrivo all’ospedale “Perrino”.

Ma c’è anche chi nelle settimane passate è tornato a chiedere l’intervento della Regione per l’attivazione di voli civili dall’aeroporto di Grottaglie. Ma dietro l’ing. Picerno, attuale ad di AdP, c’è sempre l’ombra dell’ing. Mimmo Di Paola, che continua a vantare le virtù di AdP quale società sana, solida e produttiva. Eppure l’analisi dei risultati annuali, al netto delle partite straordinarie, non ci restituisce mai un chiaro segno positivo, nascondendosi dietro i numeri dell’incremento dei passeggeri senza tener conto dell’aumento fisiologico e della dipendenza dagli irlandesi Ryanair che operano a gettone come il vecchio juke box. Nel momento in cui non si concedono loro i quattrini, sbaraccano tutto e addio passeggeri. La forza dell’ex manager ora candidato sindaco a Bari è rappresentata dalla immensa dote finanziaria accordata alla sua società con fondi pubblici a iosa (400 milioni di euro in 10 anni) che lo vedono sguazzare nel grande pantano degli appalti e dei bandi di gara. Da Bari a Brindisi, a Grottaglie, a Foggia c’è da costruire nuove aerostazioni, parcheggi, nuove piste, finder, rampe, viabilità d’accesso, hangar, soluzioni logistiche e di sicurezza. Per lui, il grande maneggio di fondi pubblici equivale a grande potere, esercitato con la freddezza e la spregiudicatezza del veterano dell’appalto pubblico. L’irlandese Michael O’Leary (mr. Ryanair) dal 2004 ha fatto planare anche a Bari – come in centinaia di città europee – i suoi metallici uccelli alati che realizzano l’utopia del low cost spinto: viaggiare in aereo gratis (o quasi), mietendo consensi e sempre più passeggeri, creando di fatto un nuovo target di mercato che mai si era avvicinato in precedenza al trasporto aereo. Un grande pezzo di popolo meridionale – giovani e studenti con il miraggio delle grandi capitali europee, famigliole ceto medio che per la prima volta possono festeggiare battesimi e cresime volando, frotte di emigrati che possono finalmente intensificare i contatti con la terra d’origine. Ai sempre più potenti irlandesi dell’aria – attualmente prima compagnia in Italia con 28 milioni di passeggeri nel 2011 –  piace la terra di Puglia ‘migliore e comunista’ e i loro boeing 737 sfrecciano a frotte nei cieli di Palese e di Brindisi Casale. I famigerati bandi start-up sono roba per dilettanti. La proposta è onerosa – prendere o lasciare! – ma i risultati sono garantiti. Aeroporti di Puglia si lega, così, mani e piedi con Ryanair, d’ora in avanti il suo destino e il suo valore di mercato dipendono da un pazzo, visionario irlandese. Proprio come al tossicodipendente solo le dosi giornaliere di droga possono garantire la sopravvivenza, così Di Paola potrà tirare avanti solo se le volontà di Ryanair saranno debitamente esaudite. La compagnia irlandese insedia due basi operative (Bari con due velivoli residenti, Brindisi con uno) con uno “strano” contratto di 5 anni che prevede come corrispettivo da parte di AdP 12 milioni di euro l’anno per un non meglio definito “Marketing Service Agreement” a cui aggiungere ulteriori contributi in funzione all’incremento dei passeggeri trasportati. Si investono, insomma, 12 milioni di euro l’anno molto semplicemente passandoli alla società irlandese Airport Marketing Services, di proprietà della Ryanair, che di mestiere fa semplicemente quello di concessionaria della pubblicità del sito web della compagnia. A scorrere i listini presenti online, anche volendo comprare tutti i moduli proposti contemporaneamente, difficilmente si arrivano a spendere 12 milioni di euro. Con questa cifra probabilmente si potrebbe acquisire l’intera proprietà del sito.

Ma quello che più desta perplessità è la modalità con la quale questa ingente somma passa mensilmente dalle casse della società barese a quelle della Ams. Fatture con oggetto generico “Marketing Services Dec2011” che fanno transitare all’estero i 12 milioni puliti puliti, senza che neanche un centesimo resti in Italia, visto che l’Iva su fatturazione estera non è prevista. Immense zone d’ombra, insomma, che farebbero saltare sulla sedia anche l’ultimo degli impiegati dell’Agenzia delle Entrate. A leggere il resoconto della relazione di Mimmo Di Paola all’assemblea dei soci in occasione del bilancio 2010 si percepisce la consapevolezza di essere di fronte ad un nodo gordiano che non avrebbe mai trovato il suo Alessandro Magno risolutore. Di Paola afferma che il mancato reperimento dei fondi da destinare a Ryanair comporterebbe: “Per il 2011 la registrazione di una perdita di esercizio superiore a Euro 4.316.667 (per fortuna non è accaduto, ndr.). Per il 2012 e successivi esercizi (causerebbe) l’inevitabilità della risoluzione anticipata del contratto con Ryanair, con elevata probabilità di contenziosi per risarcimento di ingenti danni e pagamento di penali”. La società aeroportuale pugliese, insomma, si è ridotta a “comprare” il traffico passeggeri da una compagnia aerea per sopravvivere. Altro che mercato. Questa singolare politica operativa della Ryanair, già nel mirino della Comunità Europea, comincia a trovare contestazioni in varie parti d’Italia, con la Puglia da record per la compagnia irlandese…

 

Francesco De Martino

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Pubblicato il 23 Dicembre 2014

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