“Punta Perotti, nessun giudice ha obbligato ad abbattere: era un’opzione”
Il Sindaco di Bari non finisce di stupire. Anche questa volta, dopo le cozze pelose, ha una caduta di stile e, per rimediare, passa all’attacco. Ancora una volta, per l’ottavo anno e dopo che nei primi diciotto mesi del suo sindacato aveva fatto tentativi di innamoramento con i Matarrese, narra a modo suo la storia di Punta Perotti. Una storia, che scrive saltando a piè pari alcuni capitoli indigesti. Avendo attraversato da protagonista e da attento spettatore gli ultimi 40 anni di vita amministratore, mi posso permettere – come un vecchio maestro- di redarguirlo, giammai usando l’ormai nazional-popolare” trimone”, ma il più suggestivo “sempliciotto”. Il Sindaco di Bari ha la memoria ad intermittenza: quando ha una platea ambientalista (magari i no tav) mostra i muscoli ed esalta il suo decisionismo nell’aver abbattuto palazzi brutti ed abusivi. Quando tutto va male dice che la colpa è di Berlusconi e che i baresi non ci rimetteranno nulla come se i 60 milioni di euro che lo Stato italiano ha versato agli imprenditori (non solo ai Matarrese) venissero da un altro pianeta. Voglio rammentargli che mai un Giudice ha obbligato il Sindaco ad abbattere i palazzi, che, invece, era solo una delle possibili opzioni. Noi forse avremmo conservato, anche per la cautela del buon padre di famiglia, i palazzi o una parte, per adibirli a Tribunale, sede del Comune o della Regione, ovvero dormitorio per gli sfrattati della città, come mi chiese 21 anni fa la Corte dei Conti per le ville abusive di Torre a Mare. Per non farla lunga e rammentare alcune tappe della lottizzazione di Punta Perotti (progettisti Napolitano- Chiaia a cui si aggiunse per alcune opere Renzo Piano) rammento che la stessa era prevista e coerente con il prg della città di Bari ed è stata approvato da ben quattro consigli comunali differenti, con il supporto di almeno cento pareri, dai segretari generali, da ingegneri ed ingegneri capo che si sono susseguiti in 30 anni. La lottizzazione ha avuto il conforto dei maggiori amministrativi italiani (compreso un ex Ministro-tecnico!). Certo alla fine, con sentenza ultima, la Cassazione ha sancito che erano abusivi ma dopo che altri gradi ed altri tribunali avevano affermato il contrario. Nessuno lo ha obbligato ad abbatterli. Mentre, per dirla tutta, l’amministrazione Emiliano che, voglio ricordarlo a me stesso, tra poco festeggia il 10 anno e non il decimo mese di vita, mai ha onorato l’obbligo di cambiare la destinazione dell’area. Di contro diciamo che ha sprecato risorse pubbliche con un parco battezzato in nome della “legalità”, nome, che poteva essere risparmiato! Ad Emiliano ed ai suoi tanti beneficiati dedichiamo alcune foto: è la nostra città, abbandonata, sporca, anche nelle sedi pubbliche. Emiliano si faccia un giro attorno alle sedi del comune, dell’anagrafe, della provincia e della regione. Escrementi , deiezioni (con la sua nota eleganza le avrebbe chiamato merda!) non solo canine, circondano nelle strade laterali e posteriori di quelle sedi e di tutte le strade della città. Gli ricordo quali sono i suoi consulenti, una cinquantina compresi i consiglieri comunali delegati ed i consiglieri incaricati (elenchi allegati – esattamente 47), che evidentemente non lo …consigliano abbastanza!”
Mimmo Magistro
Presidente de ‘I Socialdemocratici’
Pubblicato il 6 Dicembre 2013