Cronaca

Qualcuno fermi quel sacerdote

Qualcuno fermi quel sacerdote. Autorità religiosa o civile. Che cosa accade? Presto detto. A Bari vecchia, nella chiesa San Giuseppe, il noto teologo e liturgista don Nicola Bux (uno dei migliori in circolazione e che stimiamo) celebra sia secondo il rito romano antico che moderno. Perfetto. Il problema, grave, è che, mentre in tutta Italia (Bari inclusa) aumentano i contagi Covid ( (certamente discutibili e anche esagerati nell’ esasperazione dei toni, veri o falsi che siano poco rileva), mentre in tutte le chiese cattoliche nazionali e diocesane si segue un rigoroso protocollo di sicurezza e di igiene, il teologo fa quello che gli pare. Non amministra la comunione in mano (chi scrive pensa che sia poco corretta liturgicamente) e in quella chiesa non solo si è laschi con le mascherine, ma spesso non si regolano gli accessi dei fedeli in base al metraggio. Insomma: le regole non sono rispettate. Molto dipende dalle stesse omelie del sacerdote (grande teologo) il quale sostiene di fatto che siamo sottoposti solo alla volontà di Dio, e che in fondo ( lo abbiamo ascoltato) basta usare vitamina C e D. I teologi facciano i teologi e non i medici. Si ha la sensazione che nel nome del tradizionalismo liturgico e teologico (categorie non errate) sia il sacerdote menzionato che buona parte dei fedeli presenti siano diventati dei talebani della religione, un enclave sciolto da ogni norma di legge. Ricordiamo che fede e ragione camminano a braccetto e se è vero che la liturgia merita sacrosanto rispetto, è altrettanto vero che la salute pubblica va tutelata. Da cattolici aggiungiamo che la salvaguardia della salute è aspetto fondamentale del diritto alla sacralità della vita che non è solo no all’ aborto. Insomma, non è tollerabile che a Bari Vecchia, chiesa san Giuseppe, nel nome del tradizionalismo più radicale, un prete faccia bellamente e radicalmente quello che vuole ignorando le disposizioni della Chiesa (è tenuto all’ obbedienza al Papa e ai vescovi) e dello Stato. E allora si muovano i suoi superiori ecclesiastici e del caso chi è civilmente preposto. Il Covid non aspetta. Perchè il barista deve osservare le regole sino allo spasimo e il prete no?

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 13 Ottobre 2020

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