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“Qualcuno si ricorda del decentramento amministrativo?”

E’ diventato un “refrain” piuttosto singolare, quello dei rappresentanti delle Istituzioni locali, che siano Sindaco di Bari o rappresentante del Governo e cioè il Prefetto in persona, chiamati in campo nell’arcinota vicenda del decentramento mancato al Comune. Una questione spinosissima dati i ritardi collezionati dall’amministrazione Decaro e sollevata da tempo dal Comitato di quartiere Carrassi/San Pasquale che s’è rivolta ufficialmente un anno fa al Prefetto Pagano chiedendo un incontro ufficiale, anche in contraddittorio col Sindaco o chi per lui, in rappresentanza di chi dovrebbe applicare leggi e regolamenti in materia di decentramento amministrativo. E non lo fa. Ma torniamo subito ai fatti, di cui peraltro ci siamo occupati pochi giorni fa, evidentemente senza alcun risultato. E torniamo ai documenti e alla nota Prot. n° 171948 dell’estate passata il Sindaco Decaro rispondeva alla diffida del Comitato, appunto, sulla mancata attuazione del Regolamento in materia di decentramento amministrativo. Una risposta troppo <<generica e insoddisfacente>> per l’ex presidente della VI Circoscrizione e presidente del battagliero comitato di quartiere, Leonardo Scorza. Motivo? <<Se paragoniamo la argomentazioni addotte sulla materia dei Lavori pubblici, emerge evidente che il primo cittadino non esita a eludere il merito a quanto esposto e documentato con gli allegati estrapolati dall’ultimo Bilancio Comunale oggi in vigore>>, ripete Scorza. A questo punto non è difficile ricordare come le argomentazioni addotte dal primo cittadino sanciscano una osa e una cosa soltanto: il rinvio a data da destinarsi dell’attuazione di questa materia regolamentare affidata alle iniziative del Consiglio Comunale. A sostegno di questa situazione di stallo di cui si sono fatti paladini Leonardo Scorza, Enzo Madetti e tutti i cittadini del comitato Carrassi/San Pasquale, la risposta evidenzia un rapporto densità demografica/personale (senza indicarne la fonte e la data di rilevamento) in cui Bari risulta occupare una posizione di coda con 1 dipendente ogni 172 Abitanti.Per quanto attiene poi alle funzioni legate alla Ripartizione Solidarietà sociale, esse sono state assegnate già dal Gennaio 2014 e successivamente potenziate da altre assunzioni di Concorso nel frattempo espletato, dimenticando che sul piano finanziario le vecchie Circoscrizioni già gestivano molte funzioni attingendo a precisi capitoli di spesa oggi inesistenti sul civico Bilancio. Nulla dice la risposta sulle precisazioni riportate nella diffida su Attività Culturali e ricreative, Attività Sportive, Scolastiche e Parascolastiche che, come per i Servizi sociali, non presentano alcun riscontro sul civico Bilancio con importi divisi per Municipio. Quindi anche su queste funzioni i Municipi – dopo l’approvazione del civico bilancio – non sanno di quanto disporre per esercitare la loro capacità di programmazione afferente ai bisogni dei territori risultando quindi privati di autonomia gestionale. E non basta. Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche gli importi per gli interventi di manutenzione e strutturali sono divisi per Municipio. Nel civico Bilancio no e tutto ciò risulta documentato puntualmente nella diffida che Decaro ha cercato di raggirare, con gli allegati estratti dal Sito del Comune di Bari, come ricorda l’ing. Leonardo Scorza. E ancora, nella risposta nulla si dice a proposito dei Costi degli organi politici dei Municipi, cheprivati totalmente di autonomia programmatoria e gestionale, costano cifre importanti ( circa 1 Milione di euro l’anno), accettandoli supinamente, quasi come fossero costi fissi delle strutture senza alcun ritorno nei confronti della cittadinanza. E cosa dire della mancata attuazione dell’Art. 60 ( Bilancio Partecipato) e dell’Art.61 (Gestione del Nucleo di Polizia Municipale) cui la risposta non fa nemmeno cenno. Si adducono motivazioni di legislazione nazionale che impediscono il completamento del personale necessario all’attuazione del Decentramento rinviando a future Decisioni del Dipartimento della Funzione Pubblica del Governo nazionale, in merito alla distribuzione del personale delle ex provincie, cui il Comune di Bari ha presentato il proprio fabbisogno senza che della cosa si abbia riscontro nel Piano Triennale delle risorse umane allegato al civico Bilancio. E il Prefetto di Bari, di fronte a tutte queste triangolazioni dilatorie, che dice, che fa? Anzi, non fa?…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Ottobre 2017

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