Cultura e Spettacoli

Quando è grande, la magia rassicura sempre

Sembrava un ritorno al passato : Teatro gremito, spettacolo di prosa in tre-atti-tre, un De Filippo in scena, attori a voce piena… e la ‘grande magia’ che si rinnova, il pubblico che si appassiona pur straconoscendo il ‘fatto’. Titolo più felice Eduardo non poteva scegliere per questo dramma. Perché tutto è magia, tutto è illusione, come al povero Calogero Di Spelta ripete quell’altro povero cialtrone di Otto Marvuglia, illusionista sgangherato e co-protagonista di questo testo memorabile. Luca De Filippo, che può dirsi massimo ‘conservatore’ della tradizione eduardiana (il cui patrimonio drammaturgico, comunque, è in avvenire a rischio ‘rivisitazione’), con prudenza devozionale ripropone un allestimento canonico. Per cui, scene e costumi comme-il-faut e niente voci microfonate. Solo col disegno luci qui si ‘osa’ un po’ (efficace l’effetto quando Marvuglia conduce in proscenio Di Spelta per fargli vedere il mare e – mentre la scena si oscura – altri fari accendono d’azzurro la distesa di poltrone). Unica, apprezzatissima, stravaganza, la fuga di Marta con l’amante ; fuga realizzata a bordo di una buffa barchetta che, partendo dal fondo della platea l’attraversa tutta a forza di piedi invece che di remi sino a sparire in foyer per il divertimento degli spettatori. Quanto agli interpreti, quale consolazione ritrovare ancora attori in possesso dei fondamentali del teatro senza risultare accademici o inutilmente innovativi. Degno di stima, infine, il gesto con cui a spettacolo finito De Filippo e compagni umilmente si contentano di un solo applauso, in luogo d’estorcere battimani con quell’estenuante e ruffiano entrare e uscire di scena. Uno spettacolo davvero godibile, ma quanto di più ne avremmo goduto al Piccinni, sede dove lo stesso allestimento, parafrasando Eduardo e il suo Marvuglia, avrebbe destato ‘illusione’ ancor più favorevole. Bello e impossibile, il Petruzzelli è troppo vasto. Ideale per i fasti del melodramma, funziona a fatica per la prosa, genere che richiede un ambiente più raccolto. Sfondiamo una porta aperta, lo sappiamo, tuttavia, poiché repetita iuvant, magia o non magia, che si sbrighino a Palazzo di Città. – Prossimo appuntamento con la stagione di prosa del Piccinni, 15-15 e 17 febbraio (ancora al Petruzzelli) con ‘Dopo la battaglia’, uno spettacolo di Pippo Delbono, premio Ubu 2011. “Ci ritroviamo qui come all’inizio di un viaggio visionario, sulla soglia di una sequenza di quadri, nel corpo di una drammaturgia che ci mostra senza falsi pudori la verità della follia. Dopo La Battaglia è una composizione che spalanca le porte del nostro buio esistenziale, sfociando in flusso continuo, trapassandone lo spazio, trovando il ritmo proprio della danza e della musica, cercando nelle parole e nei versi l’accordo di emozioni e linguaggi, trasfigurando il dolore del presente nella fede del futuro”.

Italo Interesse 


Pubblicato il 12 Febbraio 2013

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