Cronaca

Quando la ‘cricca’ voleva entrare negli appalti delle carceri

Ormai non c’è più tempo per le chiacchiere, il pianeta carcere in Italia è imploso e il maggiore sindacato autonomo della polizia penitenziaria è quasi stanco di denunce e promesse a vuoto di chi governa. Ecco perché il segretario del sindacato autonomo dio categoria ha deciso di lanciare la sfida per risolvere entro due anni, e con 67 milioni  di euro circa (cioè quanto hanno stanziato per fare il carcere a Pinerolo  per 400 detenuti i ‘Signori’ di Roma…) il sovraffollamento di detenuti che ha colpito la Regione che in proporzione, è quella che raccoglie più detenuti a livello nazionale. I numeri drammatici della situazione in Puglia parlano di una presenza di quasi 4400 detenuti a fronte di soli 2200 posti disponibili e dunque Il SAPPE  è stanco, come detto, di denunciare una situazione che comincia a non appassionare più nessuno. Anche se nelle carceri si compie, nella più totale indifferenza, una delle più gravi violazioni di diritti umani sanciti dalla Costituzione e da leggi dello Stato Italiano, poiché si tengono in condizioni igienico sanitarie da terzo mondo decine di migliaia di persone, moltissime delle quali sono innocenti. Nel mese di Gennaio il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza del sistema carcerario proprio a causa del grave sovraffollamento di detenuti mettendo sul piatto oltre 500 milioni di euro  per aumentare la capienza detentiva delle carceri e per l’assunzione di tremila Poliziotti Penitenziari. Bloccato in tempo e fallita l’investitura di Guido Bertolaso a responsabile dell’emergenza carceri, per le note vicende processuali, tutta la procedura ha subito un ritardo che riteniamo inammissibile poiché ogni giorno che passa la situazione si deteriora sempre di più. Insomma, il sindacato degli agenti penitenziari ritiene che proprio la torta rappresentata dalla costruzione di carceri possa rappresentare  un bel boccone per le varie “cricche”, poiché tali appalti verrebbero  fatti saltando le normali  procedure  previste per gli appalti  pubblici. Ritornando alla Puglia, con una spesa di circa 45 milioni di euro ed un anno di lavori potrebbe essere pronto il grande penitenziario metropolitano di Turi che coprirebbe tutta l’area di Bari e del sudest barese: sarebbero necessari circa 20 milioni di euro e  circa sei mesi di tempo, per la costruzione di sezioni detentive modulari per circa 600 posti che  potrebbero tranquillamente ospitare  un migliaio di detenuti (nel rispetto della sentenza della corte di Giustizia Europea) in celle più accoglienti, con tutti i servizi all’interno delle stesse. Garantendo, come chiarisce ancora il segretario Sappe Federico Pilagatti, massima sicurezza, un notevole risparmio energetico e pressoché mancanza di manutenzione. Nel contempo intorno alle sezioni detentive lavorando anche giorno e notte, in un anno si potrebbe costruire il muro di cinta e le altre strutture necessarie, con materiali  nuovi e più economici del cemento armato  che sfrutterebbero  la tecnologia di sicurezza oggi disponibile, a partire dai sistemi antiscavalcamento ed anti-ntrusione, telecamere a circuito chiuso,  cancelli  automatizzati eccetera. E’ da un po’ di tempo che il Sappe di Pilagatti sta lavorando attorno all’idea lanciata dal sindaco di Turi Gigantelli che metterebbe a disposizione gratuitamente l’area demaniale dell’ex polveriera situata in un punto strategico, facendo risparmiare allo Stato Italiano  peraltro decine di milioni di euro. Gli altri 1500 posti potrebbero poi essere realizzati nei prossimi due anni,  presso gli Istituti Penitenziari di, Lecce , Taranto, Trani, Foggia   all’interno del muro di cinta  nelle aree libere, oppure abbattendo strutture fatiscenti e pericolose;  anche in questo caso si sfrutterebbe la tecnologia modulare che consente, come innanzi detto, un  grosso risparmio  economico, energetico, di manutenzione, nonchè la possibilità di avere tempi  certi e brevi. “In Puglia avverrebbe ciò che già avviene da tempo negli Stati Uniti ed in altre Nazioni, dove questa tecnologia viene utilizzata da decenni,  potrebbe rappresentare un laboratorio  per sperimentare questo sistema di costruzione di carceri  che ribadiamo, oltre ad essere  molto più economico di quello in muratura(oltre  il 30% in meno), offre maggiori confort, pulizia, sicurezza, e non necessita pressoché di alcuna  manutenzione”, spiega ancora il segretario degli agenti penitenziari Federico Pilagatti. Che ha notizie di come nel Nostro Paese sia  presente la tecnologia  necessaria per portare avanti questo progetto, ma che fino a oggi non si è mai voluto sperimentare questa soluzione per motivi che sfuggono. O forse no, considerati gli scandali che  vengono scoperti proprio negli appalti pubblici (vedi carceri d’oro ecc.ecc.). Ormai tutti dovrebbero capire che il tempo delle vacche grasse è finito e c’è bisogno di spendere i pochi soldi a disposizione nella maniera più responsabile  ed oculata possibile, altrimenti si va a finire come le attuali  fatiscenti carceri  a partire da Lecce, Taranto, Foggia, Bari, Trani, Brindisi costate centinaia e centinaia di miliardi delle vecchie lire e ridotte in uno stato vergognoso. Quando partiranno le assunzioni per i circa 3000 Poliziotti Penitenziari previsti dallo stesso piano straordinario per le carceri, per far funzionare le strutture già realizzate?

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 23 Novembre 2012

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