Cultura e Spettacoli

Quando Londra andò a fuoco

Spenti i roghi boschivi dello scorso agosto ai quali la Puglia non è stata estranea, si indaga sulle ragioni dell’incendio che qualche giorno fa ha devastato la Torre dei Moro, il grattacielo di via Antonini a Milano. Intanto i catastrofisti alzano la voce ricordando quelle parole dell’Apocalisse o quelle centurie di Nostradamus in cui si parla di collera divina e fuoco punitivo. Lasciamoli dire. Di grandi città andate a fuoco è piena la Storia, a partire dal 64 dopo Cristo, anno della documentata distruzione di Roma per mano di Nerone (sempre che Tacito e Svetonio abbiano tramandato il vero). Il 2 settembre 1666, per esempio, andava a fuoco Londra. Stando alle fonti, l’incendio scoppiò a Pudding Lane nella casa di Thomas Farrinor, un fornaio che commise la leggerezza di non spegnere il forno prima di andare a dormire. Alimentate da un fortissimo vento, le fiamme distrussero oltre tredicimila abitazioni, pari all’80% della superficie della città. Il propagarsi del fronte di fuoco fu favorito dal fatto che le case, costruite per lo più in legno, erano pericolosamente ravvicinate. Si cercò di rallentare l’avanzata delle fiamme abbattendo abitazioni per aprire corridoi taglia-fuoco, ma non si faceva in tempo a sgomberare le macerie che quelle a loro volta s’incendiavano… Pressoché non ostacolato, il rogo si estinse solo quattro giorni dopo. Imprecisato resta il numero dei morti, della maggior parte dei quali non restò traccia. Ad ogni modo questo numero dovette essere assai contenuto, essendo la città spopolata da tempo a causa d’un’epidemia di peste. Ma, come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere. Il fuoco determinò la morte dei ratti, responsabili del propagarsi del morbo, che difatti scomparve. Dopo l’incendio cominciarono a circolare voci false e tendenziose. Una di queste parlava di ‘strage di Stato’, come diremmo oggi, ovvero di fuoco deliberatamente appiccato da uomini al servizio dell’Autorità per distruggere una città malsana e predisporla al grande business della ricostruzione (Londra fu ricostruita totalmente in pietra e sulla base di un disegno urbanistico che metteva al primo posto l’igiene). Si vociferò pure di complotto cattolico. La rabbia dei tanti rimasti senza casa portò all’individuazione di un capro espiatorio. Un orologiaio francese squilibrato, di nome Robert “Lucky” Hubert, confessò di essere un agente del Papa e di aver dato alle fiamme Westminster. In seguito cambiò versione asserendo di aver appiccato il fuoco al forno di Pudding Lane. Venne condannato, nonostante le prove evidenti che lo scagionavano, e impiccato a Tyburn il 28 settembre dello stesso anno.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 2 Settembre 2021

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