Bari, quartiere Libertà: il commercio è agonizzante per via dalle iniziative “capestro” che l’amministrazione comunale impone ai cittadini. Ne è pianamente convinto l’ex consigliere comunale barese Luigi Cipriani, mille battaglie nell’Aula ‘Dalfino’ e ora a capo del comitato civico “Riprendiamoci il futuro”. Che, dopo averne ampiamente dibattuto nell’assemblea di sabato scorso nella sede di via Trevisani, ha individuato i pericoli maggiori per residenti e commercianti della zona. Primo bersaglio di Cipriani, la “trovata” di voler estendere la Zona a Sosta Regolamentata (parcheggi a pagamento) in tutta la città di Bari, compreso il Libertà. <>, s’infuria il Gino, come lo chiamano nel quartiere. Laddove, invece, le aree a pagamento e quelle gratuite dovrebbero essere equamente distribuite, così come stabilito dalle norme in vigore del codice della strada, compreso il resto della città. Altrimenti la sanzione è illegittima. Insomma, le aree di parcheggio a pagamento dovrebbero essere alternate o immediatamente vicine ad altrettante adeguate aree gratuite, appunto, così previsto esplicitamente dall’articolo 7, Comma 8° del Codice della Strada, ribadito da molta giurisprudenza. I rappresentanti del comitato del rione Libertà sono anche loro con il coltello tra i denti e pronti a forzare la mano per evitare quest’altro balzello che sta imponendo il comune con parchimetri e strisce blù dappertutto, nel quadrilatero più bistrattato delle città. E adesso, proprio per tutelare commercianti e cittadini, il movimento politico s’è attivato con tanto di petizione popolare che sarà trasmessa, con un esposto assai dettagliato, alla Corte Europea di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo. Ma nel ‘cajeur de doleance’ di Cipriani e compagni c’è spazio anche una pista ciclabile (C.so Mazzini) che rassomiglia più a un percorso di guerra: carreggiata ristretta, cordolo di limitazione tra carreggiata stradale e la pista ciclabile, con enorme rischio per l’incolumità di automobilisti, ciclisti e pedoni, tenuto conto la via è utilizzata non solo da parte degli automobilisti, ma anche dai mezzi pubblici. Autobus e torpedoni che fanno addirittura capolinea su quell’arteria, non trascurando il danno enorme che continuano a subire i commercianti e gli esercenti della zona, sin dal giorno maledetto in cui l’amministrazione Comunale ha inteso realizzare l’inutile pista ciclabile. E che dire della definitiva chiusura al traffico di Via Martiri D’Otranto, ennesima mazzata,come era prevedibile, alla circolazione con tanto di “grave disagio” sia ai superstiti commercianti, che agli automobilisti sommersi dal già caotico traffico di Via Dante con innalzamento del tasso di inquinamento acustico e gas di scarico. Peggio di così…
Francesco De Martino
Pubblicato il 9 Giugno 2016