Cronaca

Quartierino: aree a rischio incendio. E nessuno applica l’ordinanza del sindaco

A quanto pare le varie ordinanze sindacali servono a ben poco: anche questa estate il disagio di chi vive vicino aree, pubbliche o private, incolte piene di erbacce e sterpaglie che facilmente prendono fuoco, resterà intatto. Eppure poco meno di tre mesi fa, precisamente il 9 maggio, il sindaco Decaro, recependo un decreto ‘ad hoc’ del Presidente della Regione Puglia, ha emanato un’ordinanza con cui imponeva ai proprietari e conduttori e/o gestori a qualsiasi titolo di fondi rustici, terreni e aree di qualsiasi natura e loro pertinenze, incolti e/o abbandonati, ad eseguire entro il 15 giugno le necessarie opere di difesa passiva e prevenzione antincendio, mediante pulizia dei suddetti siti, provvedendo alla rimozione di erba secca, sterpaglie, residui di vegetazione ed ogni altro materiale infiammabile. In città le aree a rischio sono tante, ma i residenti del “Quartierino” da anni chiedono che l’area comunale sita in via delle Murge e le aree private di via delle Murge, via Chieco, via Martiri D’Avola e viale Pasteur, siano ripulite dai legittimi proprietari, recintate e quindi messe in sicurezza, liberate dai rifiuti e soprattutto – almeno in estate – e che si provveda alla rimozione dell’erba secca che ogni anno favorisce gli incendi a ridosso delle loro abitazioni. Alessandra Simone, portavoce del Movimento 5 Stelle al Municipio II ha già trasmesso una nota alla Ripartizione Ambiente e alla Ripartizione Polizia Municipale del Comune affinché si provvedesse quanto prima alla pulizia delle suddette aree. <>, s’infervora la Simone, ben sapendo che non è cambiato nulla. L’altro ieri mattina alcune aree private sono state interessate da un piccolo incendio: il primo segnale del “grande incendio” di fine agosto? <>, rimarca ancora la portavoce penta stellata in difesa dei residenti del Quartierino, in particolare tra Viale Pasteur e via delle Murge. Dove, bisogna ricordarlo, le aree in questione sono molto vaste e in caso di incendio, sarebbero davvero notevoli disagi e pericoli per i cittadini, senza contare i costi per i necessari interventi di spegnimento. Domanda: non sarebbe il caso di prevedere una sanzione amministrativa più gravosa, o magari, ancora meglio, intervenire addossando oneri e costi ai legittimi proprietari delle aree incolte a causa dell’incuria.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Agosto 2016

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