Cultura e Spettacoli

“Quasi ferraristi”, storie di piloti a un passo dal Mito

Cosa hanno in comune piloti di Formula 1 come Ayrton Senna e James Hunt, Alessandro Nannini ed Elio De Angelis, finanche addirittura Valentino Rossi? Certo, tutti grandi campioni dei motori ma con un nesso particolare: tutti sono stati molto vicini – senza però riuscire nell’impresa – a diventare piloti della Ferrari, la regina della massima formula, il sogno confessato di praticamente tutti coloro che hanno intrapreso la carriera motoristica. A raccontare i loro percorsi di avvicinamento alla mitica Scuderia di Maranello, e i relativi amari epiloghi, ci ha pensato il giornalista barese Adriano Cisario, che da anni segue le vicende sportive della F1 e del motorsport, autore anche del blog “Motor Chicche”, con il libro “Quasi ferraristi – Storie di piloti ad un passo dal Mito”, edito da Ultra Sport (pagg. 160 – 15,50), disponibile in libreria e sul web.

In 160 pagine vengono infatti narrate le storie di 19 piloti che ad un certo punto della loro carriera hanno toccato davvero con mano la possibilità di approdare, in veste di piloti ufficiali, alla Ferrari di Formula 1, la scuderia dei sogni, l’unico team ad aver disputato tutti i campionati mondiali dal 1950 ad oggi. Qualcosa o qualcuno, però, si è interposto tra loro e l’agognata meta, facendo naufragare accordi (in più occasioni si parla di contratti già firmati), alimentando solo illusioni, o innestando clamorosi dietro-front. Chi sono questi sfortunati protagonisti? Eccoli: Ayrton Senna e Riccardo Patrese, James Hunt, Stirling Moss, Robert Kubica, Alessandro Nannini, Emerson Fittipaldi e e Ronnie Peterson, Pier Luigi Martini, Eddie Cheever, Elio De Angelis, Bruno Giacomelli, Nico Hulkenberg, Sergio Perez, Jean Pierre Jarier, Andrea Montermini, valentino Rossi, Fabrizio Giovanardi e Tino Brambilla. Come si vede, si va dagli anni ’60 (Moss e Tino Brambilla) fino all’ultimo periodo (Kubica) passando per campioni del mondo come Senna e Fittipaldi, senza la pretesa, come precisa l’autore, di aver preso in esame tutte le candidature non andate a buon fine. Le trattative per guadagnarsi un posto alla Ferrari sono state innumerevoli, spesso ammantare da veli di impenetrabile segretezza, e continuano tutt’oggi! Potenza di una storia sportiva che non ha eguali, attrazione irresistibile di un brand. Nel libro, tra l’altro, si parla anche di Bari. Si può infatti leggere che il grande pilota inglese Stirling Moss nel 1951 venne convocato dal Drake nel capoluogo pugliese per prendere parte al Gran Premio internazionale che dall’immediato dopoguerra si disputava in riva all’Adriatico. Enzo Ferrari aveva messo a giusta ragione gli occhi addosso a questo autentico talento e Bari doveva segnare l’inizio di un connubio dalle enormi potenzialità. Una volta a destinazione, però, Moss venne edotto del fatto che la “sua” Rossa era stata assegnata ad un altro pilota, Piero Taruffi. Pensate che, a distanza di tanti anni, non sono ancora chiarissime le ragioni di quel dietro-front che indispettì e ferì non poco il pilota inglese che da quel momento giurò a se stesso di non voler avere più niente a che fare con la Scuderia di Maranello. Nel tempo, la classe adamantina di Moss si affermò e le posizioni, piano piano, si riavvicinarono fino alla nuova, concreta proposta di diventare pilota ufficiale Ferrari dalla stagione 1962. Definito l’accordo, il grave incidente occorsogli a Goodwood impedì a Moss di coronare il sogno. Questa è solo una delle storie, tutte davvero interessanti, appassionanti e curiose. Chi avrebbe mai detto che James Hunt, il grande rivale del 1976 – il campionato perso da Lauda per un solo punto dopo l’incidente del Nurburgring – fosse in realtà un fervido estimatore della Ferrari e ad un passo dal diventare suo alfiere? Sapete che valenti piloti italiani come Patrese, Nannini, De Angelis, Giacomelli, Martini hanno avuto la più che concreta possibilità di vestire la tuta rossa? E che nel 1974 Niki Lauda approdò a Maranello perché il francese Jarier – preferito da Enzo Ferrari – non riuscì a svincolarsi dal contratto che lo legava al Team inglese March? O che l’attuale pilota di riserva dell’Alfa Romeo, il polacco Robert Kubica, aveva già assicurato il posto a Maranello per il 2012 ma il noto incidente rallistico nel quale incappò fece saltare definitivamente il tutto? Insomma, per gli appassionati e gli sportivi c’è parecchio da leggere e anche da meravigliarsi!

Marco Trattori

 


Pubblicato il 9 Febbraio 2021

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