Cultura e Spettacoli

Quasi quotidianamente in breve (7)

Stamane , in bitonto nei pres- si di “porta baresana” (dalla parte di piazza Cavour), alla cui sommi- tà si staglia la bianca scultura del- la patrona di bitonto, la madonna, M’è apparsa, non colei che, secondo i falsari della Storia, avrebbe suppli- cato o intimato il/al generale monte- mar di non vandalizzare (è un ver- bo che, oggi, fa tanto “trend”) biton- to, ché pupilla dei suoi occhi, ma una ragazzina nuda, quasi, in quan- to i suoi ”jeans” erano ricamati con arabeschi di vasti buchi al culo, nei pressi dell’inguine (da quel che si poteva appercepire, la puella dove- va essere, non colpevolmente, priva di biancheria intima, perfino. Bahh, potrebbe essere plausibile l’ipotesi, in quanto con il caldo anomalo di questo autunno secco, senza sorel- la pioggia, tutte le parti di qualsia- si corpo umano e non avrebbero bi- sogno e, quindi, diritto di/a un alito di frescura….Altrimenti, sai che pro- fumo di prugne mature!), dalle parti delle ginocchia. Per carità! Non per vieto, lercio moralismo di chi è am- malato di parrucchinite, MI sono In- dignato, sebbene perché quel “look” MI testimoniava che quella ragaz- zina, effettualmente, o ”in interio- re” era una della ciurma sottoac- culturata, del branco; che, poverac- cia lei, non aveva alcuna autonomia nel decidere le modalità del suo esse- re al mondo e del suo apparire, per non aver, giammai, Elaborato o fat- to mente locale il/ al Concetto di Ori- ginalità, Creatività; che, poveraccia lei, ipostatizzando i suoi “jeans”” la- cerati, era sicura di aver operato la sua irrevocabile, moderna disconti- nuità dal “comune senso del pudo- re” dei suoi maggiori; che poverac- cia lei, ancora, elevava a dogma del vivere la simiglianza a milioni di altri suoi coetanei, non l’Irripeti- bilità sua rispetto a milioni di al- tri suoi coetanei. Il Divino Totò Pro- clamava che la somma genera il to- tale, IO, ParafrasandoLo, Concludo che la somma di milioni di adden- di, simboleggianti il nulla, totaliz- zano il nulla. C’è da disperarsi: una infinità di corpi di fantoli, di ado- lescenti, di giovani con il nulla den- tro. Senza Anima! Stamane, se pur non ce ne fosse bisogno, ho, ulterior- mente, fatto la prova del 9 della Re- latività di tutto. Già, gli Intellettua- li di ogni latitudine e longitudine, lasciando ratzinger al suo, mai, di- smesso pianto amaro per la morte delle verità assolute nel campo del- la Conoscenza, dei principi immu- tabili in sede morale, si erano, si sono rassegnati alla Relatività del- le toste Categorie Kantiane di Tem- po e di Spazio, in seguito, dei Valo- ri. Comunque, nessuno avrebbe sup- posto che le pezze al fondoschiena, che le macerie per ogni dove lungo i ”calzoni”, sia dei maschi, sia del- le femmine, per i nostri “d’antan”, non pochi impossibilitati, a cau- sa della loro indicibile pauperizza- zione, a mettere insieme il pranzo con la cena, motivo di immedicabi- le vergogna, mentre dai loro prone- poti, nella fortunata condizione di rifocillarsi, senza soluzione di con- tinuità, con pranzi, apericene, cene, siano considerate, demenzialmen- te, qualcosa da ostentare, ritta la cervice a cresta di gallo o di galli- na. Data la mia Età, Disonoranda in anni di imperante giovanilismo, ca- valcato, eziandio, da rinsecchite ca- rambane, MI Esternizzo, raramen- te, dal mio “Bunker”,”tamen”, tutte le volte che sono, rondinando per il cibo, costretto a farlo, in Esso Rien- tro, di Volto nerizzante Fornito, Ba- sculando, ritmicamente, a mo’ di in- guaribile Pessimista, la Mia Abbon- dantissima Materia Grigia, Custodi- ta nella Mia Capace Scatola Cranica; dipoi, Facendo Operare al Mio Tron- co un frenetico “ballo di san vito” con piroette di Giustificata Indigna- zione. E Scorro l’italiettino passa- to, non eccessivamente, remoto, da contabilizzare, insomma, in oltre 70 anni, che ha fatto i conti con ciò che ha vissuto della mia generazio- ne: una dolentissima guerra mon- diale; 20 anni di fascismo e le ese- crabili leggi razziali; 50 anni di re- gime democristiano con la vocazio- ne alla corruzione incorporata nel- la zucca di ciascun democattolico, sia che fosse laico, sia che fosse con- sacrato, secondo il dire delle beghi- ne; il ’68, la cui unica eredità fu, è il ”tu” che il salumiere, il macellaio, il meccanico, la cassiera “conad” di- spensano a pioggia a cani, a porci, a Clienti, astralmente, da loro Lonta- ni per Scienza ed Etica Consapevo- lezza del Perché e del Come Esistere; 20 anni di erotismo berlusconiano, condito di trotismo familistico bos- siano. E Scorro il presente che fa i conti con i padri e madri (pronepoti dei sessantottini, bardi del permis- sivismo, idiota, masochistico, nei ri- guardi dei loro frutti spermatozoici) degli attuali giovincelli con le sopra menzionate pezze al culo e gli “smar- tfhone” attaccati al naso, gocciolan- te di liquido seminale; con il renzi- smo, il gentilonismo, il grillismo, la televisione e i ”social” insensati, a dir poco; le squadre di “calcio” ita- liettine, orbe di calciatori italiettini e con quant’altro, direbbe il giusti- ziere, ora in pantofole, di pietro. E il futuro? Non lo invidio, se Immagino la inopia culturale, etica, politica di coloro che lo frequenteranno, sì che, per compassione nei loro riguardi, MI Limito a Tentare di Imitare le So- norità di quella Pernacchia Edoar- diana nei confronti di un barone, stronzamente, altezzoso, schizzino- so (di cui si racconta nel Film di De Sica: “L’oro di Napoli”), tale i creti- notti che pascolano le movide condo- miniali, fatti, rifatti, sfatti da alcol e droghe. Di notte, mentre i loro pa- dri e madri se la spassano in brac- cio a morfeo o, se insonni, ad eros. Tutta plebaglia di centro e di peri- feria peninsulare, alla quale è, peri- colosamente, affidato il destino del- la Democrazia. Ché, infatti, il votare dei plebei è di pancia e gli esiti uma- ni del loro voto li espellono dal culo!

Pietro Aretino,già detto Avena Gaetano

 


Pubblicato il 21 Ottobre 2017

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