Quel cantiere a San Girolamo: lavori fermi, costi e ansia in salita
Non si contano i tavoli in Prefettura per riprendere le costruzioni delle 106 case popolari
Sono trascorsi quasi tre anni da quando s’incontravano in Prefettura a Bari i rappresentanti del governo con i dirigenti e assessori regionali per discutere interventi <<urgenti>> per la ripresa dei lavori nel mega-cantiere a San Girolamo, abbandonato già tre anni prima. Interventi di ‘somma urgenza’, dunque, dopo la risoluzione del contratto nell’estate 2018, aspettando una nuova gara ancora non arrivata per le case popolari alla periferia della Città di Bari. A quel tavolo alla presenza del Prefetto Antonella Bellomo in persona – su cui è caduta tanta, ma tanta altra polvere – c’erano in quel mese di giugno 2020 l’Arca/Puglia – stazione appaltante – e gli enti pubblici interessati (…si fa per dire) a definire i dettagli della costruzione dei 106 alloggi popolari a San Girolamo. Un cantiere-fantasma dove spadroneggiano ancora polvere e topi, fermo da sei anni in mezzo a fallimenti e commissariamenti a catena, tra la rabbia compressa non si sa fino a quando delle famiglie dei cento assegnatari, costretti ad abitare in alloggi fatiscenti nell’attesa della consegna dei nuovi. Ma torniamo a quel tavolo di tre anni fa in prefettura dove sedeva l’Assessore regionale alle Politiche Abitative, Alfonsino Pisicchio, il dirigente regionale dell’ufficio Politiche Abitative Luigia Brizzi e amministratore unico di Arca/Puglia Giuseppe Zichella (poi sostituito da un altro commissario da Emiliano) col Prefetto -come detto – per fare il punto sulla situazione delle palazzine popolari che tutti definiscono ‘fantasma’, a un tavolo ancora una volta nel dimenticatoio. “Al prefetto, che ringraziamo per la disponibilità e attenzione dimostrata – spiegava loquace il prof. Pisicchio – abbiamo illustrato i primi interventi per risolvere le criticità degli alloggi. Si tratta di lavori di somma urgenza, pari a circa 500mila euro, già avviati nelle scorse ore per tamponare le emergenze. Si stanno anche individuando ulteriori risorse che ci permetteranno una manutenzione complessiva di tutti gli alloggi. Inoltre l’Arca si è anche impegnata ad individuare con un’apposita gara un soggetto per la manutenzione ordinaria solo delle palazzine popolari di San Girolamo””.
Interventi necessari, causati dai ritardi del progetto di riqualificazione che avrebbe consentito la demolizione e ricostruzione delle palazzine. Ma dopo che l’ex Istituto Autonomo di via Crispi ha rescisso il contratto in danno dell’impresa aggiudicataria per gravi inadempienze, sembra ancora in rampa di lancio la nuova gara. E le attese degli aventi diritto ai nuovi alloggi si prolungano all’infinito. <<I tempi tecnici ci impongono, nelle more dell’espletamento dell’iter, la necessità di dare subito una risposta agli inquilini provvedendo a opere di risanamento sull’attuale patrimonio immobiliare. Non possiamo assolutamente permettere che questa situazione di degrado continui senza soluzione. E siamo convinti che il costante dialogo con la Prefettura sia funzionale, in tal senso>>, assicurava ancora Pisicchio fin troppo speranzoso. Ma sono trascorsi altri trentaquattro mesi ed è ancora in ballo un appalto di edilizia popolare da 106 alloggi, valore iniziale 12 milioni di euro con un cantiere-scheletro di cemento – invaso da topi e rifiuti – che non promette niente di buono. E se per quelle case popolari rimaste a metà, secondo i calcoli dell’anno scorso, sembravano necessari almeno altri tre/quattro milioni con l’aumento dei prezzi, ora che la Regione ha approvato il nuovo prezzario dei materiali d’appalto, bisognerà rivedere e ritoccare tutto. Nel frattempo un centinaio di famiglie aspettano eventi e ripresa dei lavori in case popolari (con crepe e lesioni come si vede in foto), che cadono a pezzi, reprimendo speranze e rabbia che potrebbero esplodere da un giorno all’altro. E con Arca/Puglia che sta spendendo un altro mucchio di quattrini per rappezzarle (dal milione di euro promesso in un primo momento, ridotti a circa 400mila…), quelle case popolari che prima o poi dovranno essere rilasciate. E abbattute….
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Aprile 2023