Cultura e Spettacoli

Quel mulino dei baresi…

Roncobello è un piccolissimo comune del bergamasco. Nonostante i suoi 441 abitanti può tuttavia permettersi il lusso di avere una frazione. E siccome tutto è in proporzione, questa frazione conta appena 52 abitanti. Nel 1861 ne contava 244. Il calo si spiega  con la storia di questo piccolo centro abitato il cui nome (Baresi) non può non suscitare il nostro interesse. Comune autonomo sino al 1810, con l’avvento delle leggi napoleoniche Baresi fu soppresso e aggregato al limitrofo comune di Ronco, salvo recuperare l’autonomia nel 1816 in seguito all’istituzione del Regno Lombardo Veneto. Poi venne il fascismo e Baresi scomparve per la seconda volta, aggregato questa volta al comune di Roncobello. Risorgerà una terza volta? Sembra difficile dal momento che è a rischio anche l’indipendenza dei comuni al di sotto dei mille abitanti. Posto a 728 metri di altezza, Baresi presenta tutte le caratteristiche dell’abitato montano : case in pietra locale (verucano), tutte porticate, dai tetti spioventi in tegole d’ardesia e disposte lungo la serpeggiante strada maestra. A parte la piccola chiesa di San Giacomo, che possiede un quadro attribuito a Palma il Vecchio, e un mulino pluricentenario di recente restaurato e meta di visite guidate che sorge in località Oro di Baresi, quel pugno di case non offre attrattive. Perciò occupiamoci del solo toponimo. La prima cosa che viene in testa è che lì in un passato abbastanza remoto si sia insediata una colonia di baresi. Ma che ragione poteva avere un centinaio di  baresi per stabilirsi così a nord e soprattutto in bassa montagna, a centinaia di chilometri dal mare? Piuttosto che a una colonia, allora, è più ragionevole pensare a una famiglia di mercanti baresi che, attivi a Milano o a Venezia, maturarono improvvisamente la necessità di rifugiarsi lassù, forse per scansare sbirri o qualche epidemia. Obbligata a non muoversi, la fuggiasca famiglia barese dovette mettere radici su quelle alture, dove poi si distinse agli occhi di tutti al punto da battezzare il luogo col soprannome che ora la contrassegnava (i baresi). E in cosa potettero distinguersi baresi così isolati dal mare e dai commerci? La gente intraprendente sa sempre come cavarsi d’impaccio. Quel mulino di cui si diceva prima e che da sempre appartiene alla famiglia Gervasoni risale al Seicento… E’ possibile che gente particolarmente industriosa e che veniva da Bari abbia trasferito nel bergamasco competenze maturate nei ‘trappeti’ di Puglia. Un trapianto economicamente riuscito. Se la località dove sorge il mulino fu chiamata ‘Oro di Baresi’ è segno che quell’attività rendeva al punto da ‘coprire d’oro’ mugnai venuti dal profondissimo Sud.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Settembre 2014

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