Quel musicarello girato a Bari
Al termine ‘musicarello’ corrisponde un sottogenere cinematografico fiorito negli anni sessanta e spentosi alla fine degli anni settanta. Queste pellicole – frutto di accordi tra case discografiche e case cinematografiche – si caratterizzavano per l’essere incentrate sulle figure di giovani cantanti affermati o in via di affermazione. Si trattava di produzioni a basso costo che avevano per oggetto storie da spiaggia o da sale da ballo, contornate da caste avventure d’amore, contrasti generazionali, buonismo, luoghi comuni e stereotipi a profusione. Di questi musicarelli se ne girò uno anche a Bari. Era la primavera del 1978 quando Ruggero Miti dirigeva ‘Maschio, femmina, fiore, frutto’, una commediola musicale fatta su misura per Anna Oxa. La cantante italo-albanese, allora 18enne, era appena reduce dal successo di Sanremo : secondo posto con ‘Un’emozione da poco’ e primo posto nella Categoria Interpreti. Per alcune settimane il brano fu in vetta allaclassifica di vendita, nella stessa piazzandosi poi quattordicesimo alla fine dell’anno (e mentre la Oxa girava il suo primo – e ad oggi ancora unico – film, nei negozi usciva il suo primo album ‘Oxanna’). Nel film la Oxa interpreta sé stessa, ovvero una promessa della musica che cerca di farsi largo nel complesso e insidioso mondo della canzone. Quando realizza che a Bari non ha speranze, Anna si rassegna ad emigrare là dove si presenta l’occasione di un provino presso un’importante casa discografica (la parte finale del film è girata a Roma). A incorniciare la sua ascesa è un’esile storia sentimentale che, degna d’un musicarello, si dipana tra incomprensioni e battibecchi, scherzi, risate, equivoci, speranze, disillusioni… Un filmetto, niente di più. Non è un caso che Miti sia qui alla sua prima regia cinematografica, esperienza che non ripeterà più…‘Maschio, femmina, fiore, frutto’ viene al più ricordato per aver fatto da vetrina d’esordio per Antonio Petrocelli e Anna Rinaldi. Oltre la Oxa e una pletora di illustri sconosciuti, il cast annovera Ninetto Davoli, Massimo Boldi e Jimmy il Fenomeno. Doveroso ci pare aprire un siparietto a proposito di quest’ultimo personaggio. Nato a Lucera nel 1932, Origene Luigi Soffrano è stato un caratterista che fra il 1957 e il 2003 ha preso parte a 150 film. Si è spento il 6 agosto di due anni fa in una casa di riposo, praticamente in miseria, dimenticato da tutti i colleghi. Un finale mesto e immeritato. Soffrano era bravo oltre che umile. Verrà sempre ricordato per l’espressione inconfondibile, lo strabismo, la cadenza pugliese (all’occasione) e la risata smodata. Totò lo stimava. Una volta, sul set di ‘Gambe d’oro’, il film in cui Soffrano esordì nel ’58, il Principe del Sorriso ebbe a dirgli : “Ho girato le città e il mondo intero, ma una faccia da fesso come la tua non l’avevo mai vista”.
Italo Interesse
Pubblicato il 24 Dicembre 2020