Cronaca

Quel muto fronte di fuoco attorno a Bari

Irresistibile come sempre la primavera bussa alle porte. In mezzo a qualche timida margherita spunta la prima erba e campi in abbandono alla periferia dei grossi centri si coprono di un manto verdissimo, steso come un sudario su rifiuti assortiti. Il colpo d’occhio, notevole, attenua i guasti dell’incuria e del vandalismo (alberi coperti di polloni o ridotti a monconi carbonizzati). Uno stato di cose destinato con ogni probabilità a restare immutato. Ma che sarà di quest’erba a fine maggio? Le distese di paglia sono seduzione troppo grande per piromani e teppisti, mettendo in subordine il caso dell’autocombustione. Non è la prima volta che alle estreme propaggini del capoluogo pugliese scoppiano incendi che poi si allargano sino a lambire strade secondarie e abitazioni isolate. Quando messo alle strette, il Comune mette all’opera ruspe e trattori, mezzi che negli spazi aperti lavorano egregiamente ma che tra filari di alberi si muovono a fatica ; in questi casi funzionano meglio motozappe e decespugliatori, preziosi ritrovati della tecnica che, affatto complicati da adoperare e perciò alla portata di chiunque, hanno affrancato l’uomo dallo spaventoso esercizio della zappa. Ma i proprietari di terreni destinati una volta all’agricoltura e ora allo sviluppo edilizio non concepiscono spese di questo genere e non sfiorandoli nemmeno l’idea del decoro si espongono con leggerezza ai rischi di roghi ; roghi dannosi pure per i terreni adiacenti la cui destinazione sia rimasta agricola. Malgrado il problema sia annoso, gli appelli al buon senso restano inascoltati, le minacce non producono risultato e le poche sanzioni sinora comminate (peraltro blandamente) non hanno redento alcuno. La situazione sembra destinata a peggiorare poiché il perdurare della crisi allontana dalla cura dei campi che circondano la città pure i pochi proprietari responsabili e dignitosi ; i vuoti negli organici delle forze dell’ordine, poi, non consentono un piano di monitoraggio e prevenzione. Intanto i grandi centri urbani, che come spugne s’imbevono delle più gravi tensioni sociali, si fanno humus di scontentezza e fanatismo, invece che palestra di formazione per apostoli del buon senso. Quanti psicolabili vagabondano ai confini del capoluogo pugliese?  Se tra i boschi una pattuglia della Forestale può cogliere con le mani nel sacco un irresponsabile dal cerino facile, dove sono le vecchie Guardie Campestri a controllare le carrarecce ? I Vigilanti tutelano solo gli interessi della ‘clientela’, i Carabinieri si fanno vedere il poco che possono, gli amanti delle passeggiate fuori porta (un altro deterrente) ora si tengono lontani dai postacci… E i balordi vanno e vengono. Come rapaci, girano in attesa del momento giusto.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Marzo 2013

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