Cultura e Spettacoli

“Quel sole abbacinante dal boato immenso…”

Un blog dal nome suggestivo (‘Con la pelle appesa a un chiodo’) ricorda i militari e i civili italiani scomparsi in mare durante la seconda guerra mondiale. Il 22 giugno 2014 quel sito prezioso si presentava ricco di testimonianze relative all’unico mercantile che abbia portato il nome della nostra città. Già motonave passeggeri varata nel 1928 per conto della Puglia Società Anonima di Navigazione a Vapore, la ‘Città di Bari’ venne trasformato nel 1940 in incrociatore ausiliario (in precedenza, verso la fine degli anni trenta, nell’eventualità dell’entrata in guerra, si era pensato di farne una portaerei di scorta, ma il progetto non ebbe seguito). Armata alla buona, laq nave prese parte a diverse operazioni di trasporto verso la Libia di uomini, mezzi e rifornimenti. Il 3 maggio ’41 la Città di Bari era nel porto di Tripoli per imbarcare munizioni e fusti di benzina destinati a Bengasi. A pochissima distanza era ormeggiata la Birmania, un’altra motonave, anch’essa carica di combustibile e proiettili, che stava compiendo l’operazione inversa. Una situazione tecnicamente inaccettabile considerato il rischio, tuttavia dettata dalle necessità del momento e dai limiti dello scalo libico. Alle 10:10 la tragedia. La Birmania saltò in aria. Un testimone, lo scaricatore di porto Antonio Mammone, così raccontò l’esplosione : “Dalla Birmania, dal suo boccaporto vidi spuntare il sole, lo vidi scoppiare, poi lo sentii. Quanto tempo trascorse da quando i miei occhi furono abbacinati da quell’immensa sfera di fuoco fino a che le orecchie percepissero il boato? Forse fu un attimo, forse neppure un attimo a separare nettamente quel sole abbacinante dal boato immenso, infinito e dal gran pugno che mi abbatté… Mi ritrovai senza sapere come fra due camion parcheggiati più in là, bagnato, dolorante per varie escoriazioni sulle gambe e sulle braccia e negli occhi sempre quella sfera di fuoco esplodente che sorgeva dalla Birmania… Poi vidi l’autocarro dei vigili del fuoco lanciare ridicoli schizzi d’acqua verso il vulcano che continuava ad esplodere. Infine l’intera prua della nave volò nel cielo e ricadde su pompieri e autocarro…”. La spaventosa deflagrazione coinvolse la Città di Bari, che prese fuoco. Essendo l’incendio indomabile, né potendosi allagare rapidamente le stive per estinguere o almeno circoscrivere le fiamme (la nave era ormeggiata in acque basse), il comandante Puppo ordinò all’equipaggio di abbandonare la nave. In 79 su 89 uomini riuscirono a salvarsi prima la Città di Bari saltasse in aria. Quanto alle cause del disastro, esse rimangono oscure. A bordo della Birmania si scatenò un incendio per cause accidentali o la nave venne sabotata, venne attaccata da aerei?… La Città di Bari patì i guasti di una delle tre ipotesi. Il relitto rimase sul posto sino alla caduta di quel porto in mano britannica ; venne poi recuperato dagli occupanti per essere demolito.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 13 Settembre 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio