Cronaca

Quelle case al freddo e al gelo al San Paolo da trent’anni

 
“Guardi, se dall’Istituto Autonomo Case Popolari non vengono subito a ripararci l’impianto di riscaldamento, noi prendiamo lenzuola e cuscini e andiamo a dormire nella loro sede, a via Crispi”, sbotta una delle inquiline più arrabbiate che abita nel vecchio complesso al rione San Paolo, dentro appartamenti fatiscenti, senza riscaldamento da oltre trent’anni. E in questi giorni di freddo polare non avere il riscaldamento in casa è particolarmente duro, come dovrebbero sapere bene il sindaco che ha chiuso la città per il gelo da martedì e il commissario dell’Istituto Autonomo Case Popolari coi suoi tecnici, che fanno finta di non sapere. Eppure in quella palazzina del quartiere San Paolo sono oltre un centinaio di persone, con anziani e bambini, a vivere senza termosifoni a regime da quando fu costruita. Tutti stipati in quella palazzina ai margini del rione San Paolo costretti a battere i denti, specie di notte, in una situazione da incubo che si trascina –come detto- da trent’anni nonostante gli ultimi lavori di manutenzione, come confessano gli stessi inquilini, serviti praticamente a niente. Anzi, le imprese ingaggiate dall’Iacp si sono limitate a dare una verniciatura esterna e hanno peggiorato tutto, specie per l’inquilina che abita all’ultimo piano. Insomma, finora sono arrivate solo promesse e spese inutili dall’Istituto Autonomo Case Popolari, anche se sono cambiati nel tempo presidenti, commissari, geometri, ingegneri e dirigenti. Adesso le Signore Antonietta ed Anna minacciano altre forme di protesta più eclatante, anche se proprio ieri le televisioni locali si sono occupate di loro e delle loro case dove i figli vanno a stare e a dormire a casa degli amici, per non patire i rigori di quest’inverno gelido come pochi altri. Antonietta e Anna hanno deciso di andare fino in fondo per convincere tecnici e amministratori dello Iacp a provvedere, una buona volta e invitano anche il Sindaco Michele Emiliano a dormire a casa loro per rendersi conto in che stato sono costrette a vivere. E cioè con cappotti e sciarpe addosso dalla mattina alla sera in casa, con la paura di uscire di casa per non buscarsi altri malanni, dopo quelli che già affliggono i tanti bambini piccoli e anziani che là ci abitano. Ora si tratta di trovare una soluzione per aiutare queste trentacinque famiglie del San Paolo che regolarmente pagano le tasse pur non usufruendo dei servizi essenziali. “Qui c’è gente malata, anziani e bambini…. a letto con la bronchite…. macchie di umidità in casa, cos’altro dobbiamo fare per ricevere dall’Istituto ciò che dovrebbe essere un diritto?”
Francesco De Martino


Pubblicato il 9 Febbraio 2012

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