Quelle viuzze in aperta campagna…
Guai a ‘toccare’ un trullo, ora. Non è più tempo di rovinose manomissioni volte a ricavare migliorie sul modello del comfort da moderno fabbricato urbano. La legge, particolarmente severa in proposito, consente solo quegli interventi manutentivi realizzati nel rispetto dell’originale disegno architettonico. In compenso, si incoraggia l’abbattimento di muri a secco pericolanti in vista dell’edificazione di opera analoga in pietra viva. Purtroppo la Legge dorme quando di mezzo sono i fabbricati rustici, che facilmente vengono stravolti quando non abbattuti. Più grave di tutte è la situazione delle carrarecce, le viuzze che ancora numerose serpeggiano per le nostre campagne e che con disinvoltura criminosa si tende a far sparire sotto manti d’asfalto. L’ansia di privilegiare gli interessi di B&B, resort, case-vacanza e agriturismo sta determinando lo snaturamento dell’originale rete viaria di collegamento tra contrade. E un altro pezzetto di storia se ne va, nell’idea – errata – che le carrarecce rappresentino un aspetto minore del panorama (e del patrimonio) rurale. E invece anche per esse è passata la Storia. Essenziali per gli avi, le nostre strade di campagna erano tenute in una considerazione che non possiamo immaginare. A prendersene cura erano i Cantonieri. Stipendiati dai Comuni competenti e responsabili di tratti di strada di circa sette, otto chilometri, essi avevano alle proprie dipendenze una squadra di ‘cazzapietre’ o ‘cazzabreccia’. Erano questi ultimi gli operai incaricati di frantumare a colpi di mazzuola le pietre più grosse raccolte nei terreni che costeggiavano la strada (i proprietari di quei terreni non chiedevano di meglio, tornando la cosa a vantaggio delle esigenze agricole). La breccia che se ne ricavava costituiva – livellata – il fondo stradale. A conferma della considerazione in cui erano tenute queste vie, ecco una terza figura : A controllare il lavoro di Cantonieri e sottoposti era preposto un ‘Presidente’, generalmente il proprietario di una delle campagne che si affacciavano sulla carrareccia. Quanto è sopravvissuto dell’originale chilometraggio delle carrarecce? Non più di un 30% . In compenso esse non sono più snobbate. Se dopo essere state percorse per secoli da mandrie, birocci, carri agricoli e cafoni a piedi diretti al lavoro, queste carrarecce rimaste allo stato primordiale erano cadute nell’oblio dagli anni sessanta in poi, oggi sono percorse da podisti e cicloamatori, fotografi in cerca di spunti, cineasti a caccia di location e comitive di turisti. Passeggiare tra distese di ulivi e mandorleti, per ammirare melograni, carrubi maestosi, gli ultimi vitigni autoctoni, piante di fico d’india… La Puglia non è solo mare pulito, mangiar sano, cattedrali e castelli.
Italo Interesse
Pubblicato il 27 Luglio 2018