Cultura e Spettacoli

Quintino Quagliati: scienza e passione

Il patrimonio archeologico pugliese deve molto a un archeologo romagnolo, Quintino Quagliati. Nato a Rimini nel 1869, Quagliati si laureò in lettere a Bologna avendo per relatore niente meno che Giosuè Carducci. Dopo aver insegnato latino e greco in alcuni licei umbri e laziali, nel contempo specializzandosi in paleontologia, nel 1898 accolse l’invito a ricoprire il ruolo di Vice Ispettore agli Scavi e di Direttore Incaricato del Museo di Taranto. Chissà Quagliati cosa immaginava, forse di essere all’inizio di un cammino che lo avrebbe portato in giro per l’Italia. Invece la Puglia, e Taranto soprattutto, non si fecero scappare tanto talento, specie dopo che, appena arrivato, l’archeologo riminese ebbe esso a segno il suo primo ‘colpo’. Nel 1899 Quintino Quagliati riportò alla luce il villaggio dell’età del bronzo dello Scoglio del Tonno. La storia dello Scoglio del Tonno merita una digressione : C’era una volta a Taranto, un isolotto che spuntava a dieci metri da un piccolo promontorio a ridosso del mare, a occidente dell’imboccatura del Mar Piccolo. In tempi preistorici scoglio e rilievo costituivano un tutt’uno. La felice ubicazione del sito invogliò i primitivi a prendere possesso di quel piccolo lembo di terra, come testimoniato da numerosissimi e preziosi rinvenimenti. In seguito la collinetta cominciò a diventare oggetto di escavazione al fine di ricavarne mattoni. Ciò indebolì il blocco di carparo che, già minato dalle infiltrazioni e dall’azione erosiva delle maree, finì col collassare provocando il distacco della punta del promontorio dalla linea di costa. Era nato lo Scoglio del Tonno, così battezzato più avanti forse per la presenza di una tonnara. Poi arrivò l’era industriale e fu la fine. La necessità di una grande trincea per la tratta ferroviaria Taranto-Metaponto impose il livellamento dell’area e il ricongiungimento del vecchio scoglio con la terraferma. Rimase solo il toponimo, del quale è rimasta viva la memoria a Taranto, tant’è che la toponomastica cittadina contempla una Via Scoglio del Tonno che si allunga dalla periferia del centro abitato in direzione di Talsano. Torniamo a Quagliati. Il clamore della scoperta produsse un balzo nella carriera dell’archeologo romagnolo, il quale divenne prima Direttore del museo tarantino, dopo Soprintendente agli Scavi e ai Musei Archeologici di Puglia, infine Soprintendente ai Monumenti di Puglia e Basilicata. A Quagliati la Puglia deve molto : Fu lui a stroncare il fiorente mercato clandestino di antichità allora in atto, scoprì la piazza porticata di Egnazia, promosse i restauri della Chiesa di San Nicola di Bari, di Castel del Monte, di Santa Maria del Casale a Brindisi e Ognissanti a Trani, si  spese per tutelare le chiese rupestri… Morì ‘sul campo’, coerentemente con la passione che lo animava. Si spense infatti a Taranto nel 1932 a soli cinquantatré anni dopo aver contratto la malaria sul Gargano nel corso di un’ispezione ministeriale. A Quintino Quagliati sono state intitolate due strade, una a Rimini, l’altra a Taranto.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Luglio 2020

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