Cronaca

Raddoppia l’ansa di Marisabella. Potranno attraccare navi di trecento metri

Una vicenda giudiziaria lunga quasi 50 anni, quella riguardante il raddoppio dell’ansa di Marisabella, al Porto di Bari. Una vicenda che oggi raggiunge il suo epilogo. I lavori, che sono stati finanziati dal Provveditorato delle Opere Pubbliche di Puglia e Basilicata, si prevede saranno materialmente avviati entro la fine dell’anno, per essere conclusi entro la metà di agosto del 2015.. Gli interventi riguarderanno un’area di circa 300mila mq, dove è prevista l’esportazione di 650mila metri cubi di materiale lapideo, che poi sarà utilizzato per colmare il terrapieno di Marisabella.“Il nostro obiettivo è quello di creare un’opera che sia poco invasiva per l’ambiente. Proprio in virtù di questo, abbiamo costituito un osservatorio ambientale, al fine di migliorare il monitoraggio costante dell’intera opera. Inoltre – ha spiegato il presidente dell’Autorità Portuale, Franco Mariani – la realizzazione dei piazzali, con la colmata di Marisabella, sarà destinata ai traghetti e al carico e scarico delle merci convenzionali. Verrà allestita anche un’ampia area dedicata all’attività crocieristica, cresciuta in modo imprevedibile”. Un intervento da 53milioni di euro, che è stato finalmente  consegnato al raggruppamento temporaneo di impresa costituito da Grandi Lavori Fincosit s.p.a. e Nuova Coedmar s.r.l.. Gli interventi interesseranno anche 1.500metri di banchina e la realizzazione di un canale di deflusso delle acque piovane, provenienti dalla città e di deflusso a mare della falda idrica. Dopo decenni dall’ideazione dell’opera prevista nel Piano Regolatore Portuale del 1963 e dopo che la procedura di realizzazione di parte dei piazzali, avviata nei primi anni novanta dal Ministero delle Infrastrutture, si è giunti finalmente al traguardo dell’avvio dei lavori. Il complesso iter di riappalto era stato anche rallentato dalle verifiche della compatibilità ambientale. “Il dipartimento di zoologia ha già segnato i limiti sul fondale del posidonieto, mentre sono stati individuati quattro punti sensibili, per quel che concerne il problema del rumore nella zona circostante, in cui verranno installati degli appositi strumenti di monitoraggio per verificare che le soglie non vengano superate” ha spiegato  il direttore dei lavori, Mario Mega. “Si è giunti finalmente ad un epilogo. Questa storia aveva tutte le premesse per un epilogo fantasma o del tutto negativo, ma siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti. Inizialmente – ha sostenuto entusiasta Guglielmo Minervini, assessore regionale ai Trasporti – il progetto presentava obiettivi diversi, esuberanti e disastrosi per la Puglia, in quanto incentivava una competizione distruttiva con gli altri porti del territorio. Al contrario, l’attuale progetto sposa obiettivi più reali e concreti. E’ un raro esempio di sviluppo industriale che non mira a devastare il tessuto ambientale e l’ecosistema”. E di fronte alla lunga odissea appena conclusasi, il sindaco Michele Emiliano ha evidenziato le difficoltà di un percorso lungo ed impervio, finalmente giunto al termine. “Sono venuto qui, per vedere se è vero” ha chiosato il primo cittadino, il quale guarda avanti, immaginando la realizzazione di un possibile porto turistico, all’interno dello stesso porto di Bari. “Perché credo che la cosa realmente importante, sia quella di inserire progetti di una certa portata, da realizzare nella nuova città metropolitana, che attirino l’attenzione di imprenditori esteri e soprattutto dell’Unione Europea” ha concluso il sindaco del capoluogo pugliese.

 

Nicole Cascione


Pubblicato il 10 Novembre 2012

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