Raffaello Mastrolonardo si racconta: due romanzi per riscoprire le nostre radici e il senso della poesia
Incontro presso il salone Autori di Stile dell’imprenditrice hairstylist Titti Marchitelli
“Ogni uomo ha partecipato, bambino, ai ricordi dei suoi nonni, partecipa, vecchio, alle speranze dei suoi nipoti; abbraccia così cinque generazioni e da cento a centoventi anni.” Scriveva Hugo von Hofmannsthal. Ma quanto può essere complesso investigare e rappresentare la coralità di una realtà e di punti di vista diversi raccontando una storia che attraversa quattro generazioni? Ci ha provato con un successo fuori dal comune, lo scrittore pugliese Raffaello Mastrolonardo, con il suo romanzo Gente del Sud: storia di una famiglia. Molto noto anche il suo Lettera a Leóntine, scritto nel 2008. L’autore ha parlato dei suoi libri e incontrato il pubblico lo scorso mercoledì quattro Ottobre a Bari, presso il salone Autori di Stile dell’imprenditrice hairstylist Titti Marchitelli, durante uno degli eventi culturali previsti per la stagione autunnale, con un notevole riscontro di pubblico, ad un anno esatto dalla sua creazione. Un luogo deputato non solo all’hairstylism di livello, ma punto di riferimento alternativo per la città di Bari, tra presentazioni di libri, performance musicali e teatrali e presto anche mostre, come ha sottolineato la sua ideatrice: ”Autori di stile nasce dal mio amore per la lettura ed ogni genere di espressioni artistiche, l’idea era quella di creare occasioni di incontro e condivisione che fossero vero e proprio cibo per l’anima. Ci riproponiamo di offrire al pubblico eventi culturali di spessore, che rendano ancora più speciali e costruttive le interazioni umane di valore.” Gente del Sud è la storia degli uomini e delle donne di una famiglia pugliese che attraversa diverse generazioni e s’intreccia con quella tumultuosa dell’Italia: gli anni Dieci del ‘900, l’avventura coloniale e la prima guerra mondiale, gli anni dei primi duri scontri sociali, e poi l’avvento del fascismo, l’apertura al nuovo e le avvisaglie della modernità, la tragedia della seconda guerra mondiale e la fine di un’epoca tumultuosa, poi la ricostruzione e il boom economico, fino ai giorni nostri: un secolo intero carico di sentimenti, sfide e drammi, e i modi dei personaggi di viverli sulla propria pelle, affrontarli e trasmetterne il senso profondo. “Per questa storia mi sono ispirato alla mia famiglia. Tutto è nato in una notte tormentata e piena di ricordi. La cosa che più mi stupisce, e nel contempo mi gratifica, è comprendere che a livello umano ed emotivo il senso di questa storia è stato recepito fortemente anche da chi non è pugliese. C’è voluto un grande lavoro di ricerca e di immedesimazione per riuscire a raccontare i punti di vista diversi dei personaggi, attraverso le varie epoche, riuscire a trasmettere le motivazioni del loro agire, la loro prospettiva e ciò che sentivano e pensavano nel momento in cui affrontavano le vicende del periodo storico che vivevano. Cosa che per noi, che abbiamo perso ormai il senso dell’immaginazione, per via dello sviluppo tecnologico così repentino che abbiamo vissuto nel nostro secolo, risulta difficile. La ricostruzione è avvenuta ascoltando i racconti degli anziani o dei miei stessi familiari. Credo che sia la più grande soddisfazione per uno scrittore. Dopotutto i libri si scrivono in due: l’autore e un pubblico che recepisca”, spiega Mastrolonardo, che nella vita si divide tra la sua occupazione da bancario e la grande passione per letteratura e storia. Collegandosi anche alla genesi relativa a Lettera a Leóntine, ha toccato argomenti quali il destino, l’arte, l’esperienza di De Nittis, le coincidenze determinanti della vita, il bisogno assoluto di poesia, affascinando i presenti e quasi sfiorando tematiche di moderna fisica quantistica: “ Letter a Leóntine è sfociato da una mia passione amorosa giovanile non corrisposta, che ha generato il desiderio di scrivere poesie, e da cui poi è nata la storia del romanzo, che parla del desiderio e della necessità di poesia nella vita di un uomo che, negli anni della maturità, percepisce la necessità di interrogarsi, perché avverte la mancanza di qualcosa di imprescindibile che va assolutamente riscoperto e preservato. Come accade nella vita di tutti noi.” L’incontro è stato moderato dal giovane Fabio Mezzapesa, laureato in filosofia, che ha parlato delle peculiarità che distinguono il romanzo Gente del Sud da molti altri scritti dello stesso genere: “Mi sono ritrovato ed immedesimato moltissimo in questo romanzo, soprattutto per esperienze di vissuto personale e sentimento di appartenenza pugliese. Penso che questo libro possa insegnare molto alle nuove generazioni. In primis l’autore è riuscito ad immedesimarsi e raccontare con notevole freschezza espressiva realtà per noi sconosciute, o che consideriamo antiche, comprendendo il senso profondo delle nostre origini. Da questo testo emerge la forza di una dignità che riesce ad affermarsi a livello sociale e che ci racconta delle nostre radici.”
Rossella Cea
Pubblicato il 6 Ottobre 2023