Cultura e Spettacoli

“Rapsodia di una città”. Un pregevole affresco sulla Bari che fu

Un pregevole affresco sulla Bari che fu. Emerge da un bellissimo romanzo (edito per i tipi di Adda) scritto da Ninni (Stefano) Boccia. Il titolo è: “Rapsodia di una città”. Come dicevamo, si tratta di un romanzo che ha al centro …  la Bari di una volta, attraverso i ricordi del fittizio dottor Liborio, un medico. Vengono descritti, con un pizzico di nostalgia, personaggi veri assieme ad altri inventati, luoghi e negozi della città che non c’ è più, con un corredo fotografico di riguardo. Abbiamo intervistato Ninni Boccia.

Boccia, quale ragione l’ha spinta a usare il vocabolo rapsodia?

“La parola indica, come noto, una raccolta di musiche e di vari temi. Per questo motivo, ho raccontato situazioni diverse e tanti personaggi, alcuni reali, altri inventati, e le figure di quel tempo. Un affresco su una Bari che non c’ è più”.

Come è nata questa idea?

“In modo singolare. Mi è capitato per le mani il ritaglio di un giornale di epoca che parlava della morte a distanza di qualche tempo, dei gemelli Stampacchia. Da qui è sorta la voglia, persino la necessità, di raccontare una città che non tutti ricordano”.

Bari è cambiata?

“Certo, e anche molto. Negli anni che racconto nel libro la miseria era tanta. Lo scrivo e l’arretratezza si toccava con mano, vi era persino, tra i ragazzi, chi camminava scalzo per la via, i posteggi delle carrozze avevano tanfo di orina, in generale le condizioni di igiene non erano confortanti, specie nel borgo antico. Bari aveva il grave problema dell’approvvigionamento idrico”.

Nel libro emerge una città vecchia molto problematica sotto il profilo della miseria e dell’igiene…

“Vero. Molta gente viveva nei bassi ammassata, senza acqua, fogna e con scarsa pulizia. La salute ne risentiva”.

Il romanzo racconta le gesta del dottor Liborio, un medico…

“Io ho narrato storie e personaggi, figure dell’epoca in parte veri, in parte inventati. Quanto al dottor Liborio, medico, mi sono ispirato ad un mio zio, dunque c’è un certo radicamento nella verità. Emerge una visione molto diversa del medico rispetto ad oggi. Il dottore intratteneva un rapporto differente con i suoi pazienti, quasi da consigliere e amico di famiglia. Attualmente prevale l’aspetto tecnico e possiamo parlare di atteggiamento asettico o quasi”.

Ha citato alcuni esercizi come la pasticceria Stoppani che prima era in Corso Vittorio Emanuele…

“Ho fatto il nome di locali ed esercizi realmente esistiti ed alcuni ancora oggi resistono, come l’ osteria Paglionico a Bari vecchia. Che nostalgia”.

Buona lettura, dunque, per gli amanti della storia della Bari di una volta con” Rapsodia di una città” di Ninni Boccia.

Bruno Volpe


Pubblicato il 20 Giugno 2019

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