Cronaca

Regionali: centrosinistra a pieno ritmo, centrodestra con motori ancora spenti

Mentre nel centrosinistra i motori sono già accesi per le regionali pugliesi previste per maggio prossimo ed il candidato presidente, Michele Emiliano, lavora a pieno ritmo per riempire le liste e trovare i nomini di candidati forti che facciano da locomotore alla sua corsa per succedere al governatore uscente, Nichi Vendola, nel centrodestra i motori invece sono tuttora spenti. E non si sa neppure se e quando riusciranno a farli partire. O, come è probabile, la campagna elettorale del centrodestra per le prossime regionali sarà solo una partecipazione di testimonianza, tanto per dire che “In Puglia ci siamo, ma non vinciamo”. Infatti, nel centrosinistra l’attività organizzativa di Emiliano, dopo aver terminato la parentesi delle primarie, è tutta concentrata nel mettere a punto le squadre di candidati che nelle sei province pugliesi dovranno battersi per raccogliere preferenze, e quindi voti  alla coalizione e sostegno al nome del suo candidato governatore, nel centrodestra invece si discute (ma sarebbe, forse, più appropriato dire: “si litiga”) ancora tra chi vorrebbe che fosse scelto subito a tavolino il nome del candidato presidente e chi quel nome vorrebbe sceglierlo attraverso le primarie. “In Liguria il centrosinistra celebrerà le primarie domenica prossima: conferma di quanto ogni riferimento alla mancanza di tempo per farle in Puglia, come centrodestra, rappresentanti un alibi per chi teme soltanto di perderle”. A dichiararlo è il presidente del gruppo regionale pugliese di Forza Italia, Ignazio Zullo, che aggiunge: “Ora che le elezioni sono state posticipate a maggio c’è tutto il tempo per celebrarle e il fatto che il centrosinistra, evidentemente più esperto di noi nell’organizzazione delle primarie, si spinga a fissarle domenica prossima, ne è la dimostrazione plastica”. E conclude: “Speriamo che si voglia abbandonare ogni alibi e timore di brutte figure personali, dando la possibilità al popolo di centrodestra di riunirsi con entusiasmo e di giocare una partita così aperta e possibile”. E’ chiaro, però, che il problema vero nel centrodestra pugliese non sono di certo le primarie, e quindi la scelta del nome da candidare alla guida della Regione, ma la “guerra” aperta e “non dichiarata” tra il leader pugliese di Forza Italia, l’europarlamentare Raffaele Fitto, e l’ex cavaliere di Arcore, Silvio Berlusconi, che a quanto pare mal sopporta tra le fila del suo partito una voce fuori del coro, come quella di Fitto, sulla linea politica da tenere in Parlamento nei confronti del governo Renzi. Infatti, sono sempre più insistenti le voci che giungono da Roma circa un possibile commissariamento di Forza Italia in Puglia da parte di Berlusconi. E questa, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere la mossa dell’ex Cavaliere per congelare le resistenze di Fitto a dare il via libera alla candidatura a governatore dell’ex presidente della Provincia di Bari, l’oncologo Francesco Schittulli, da tempo in campo, e che ha già ricevuto la benedizione del Ncd, di Fratelli d’Italia e dei ‘Socialisti’ di Caldoro, ma non dei forzisti pugliesi che fanno capo all’ex ministro di Maglie, che evidentemente non vede di buon occhio una candidatura a governatore di un esponente, come Schittulli, che non sia stretta osservanza fittiana. Ma da Roma rimbalza anche l’indiscrezione che l’eventuale scelta di Berlusconi di commissariare Fi in Puglia possa essere provocata non tanto per mettere fine al ‘ping pong’ di chi chiede le primarie per ostacolare ed indebolire la candidatura di Schittulli, quanto per reazione al fatto che Fitto, secondo alcune voci,  sarebbe colpevole di avere fatto circolare notizie relative alla norma “salva Berlusconi” che era contenuta nel decreto fiscale del governo Renzi. Norma, come è noto, poi revocata dallo stesso Renzi per evitare spaccature nella propria maggioranza di governo ed, in particolare, nel suo stesso partito, il Pd. Sospetto, quello su Fitto, già smentito dal diretto interessato. Smentita che, a quanto pare, non sarebbe stata sufficiente però all’ex premier a fargli svanire il dubbio su Fitto, che ora rischia di essere espulso dal partito, se l’obiettivo finale di Berlusconi fosse quello di defenestrare un concorrente scomodo all’interno di Forza Italia. E prendere la palla al balzo per togliere di mano a Fitto il partito in Puglia, commissariando Forza Italia con l’alibi di sbrogliare la matassa legata ai ritardi nella scelta del nome da candidare a governatore, sarebbe  un’occasione troppo ghiotta per l’ex Cavaliere di Arcore. E da non perdere, perché una tale opportunità potrebbe essere irripetibile in futuro. Infatti, come è noto, in politica ed in battaglia i nemici  vanno “eliminati” quanto prima, oppure i rischi  di perdere la “guerra” aumentano esponenzialmente.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Gennaio 2015

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