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Regionali: la scelta del candidato di centrodestra resta un’incognita

Nel centrodestra continua il braccio di ferro tra i vertici pugliesi e quelli nazionali di Forza Italia per la scelta del candidato da presentare a presidente della Regione alle elezioni della prossima primavera. Infatti, i rappresentanti pugliesi del partito di Silvio Berlusconi insistono nel chiedere che il nome del candidato presidente sia scelto con le primarie, mentre il Comitato nazionale di Forza Italia per le prossime regionali, presieduto dall’ex ministro berlusconiano Altero Matteoli, ha indicato Raffaele Fitto come il miglior candidato del centrodestra per la sfida con il segretario del Pd pugliese, Michele Emiliano, scelto dal centrosinistra alla guida della coalizione con le primarie dello scorso fine novembre. Però, le possibilità che il leader pugliese di Forza Italia accetti di correre alle regionali sono praticamente pari a zero, poiché Fitto è convinto che tale proposta di candidatura possa essere il tentativo dei fedelissimi di Berlusconi di escluderlo dai giochi nazionali di Fi e, quindi, di affossarlo nella difficile partita, per il centrodestra, delle regionali pugliesi. Questa verosimilmente è la ragione per cui l’ex ministro pugliese di Fi ha già dichiarato che la sua è una candidatura che non sta né in cielo, né in terra e che invece la miglior ricetta per il centrodestra pugliese resta quella di scegliere con le primarie il nome da candidare alla guida della coalizione. Primarie che, secondo Fitto, potrebbero essere celebrate il primo febbraio prossimo. Tesi, questa, che è condivisa anche dall’intera “armata” pugliese dei fittiani e che il capogruppo di Fi alla Regione, Ignazio Zullo, ha ribadito di recente a margine di una conferenza stampa del centrodestra pugliese sul bilancio. “Siamo rispettosi delle decisioni di Roma, ma c’è un emendamento che tende a spostare la data delle elezioni a maggio e se questo avviene – ha dichiarato Zullo – non ci saranno alibi sulle primarie, perché il tempo per celebrarle c’é. Potremmo iniziare sin d’ora. Noi siamo convinti di poter tenere le consultazioni in Puglia per riconnettere i cittadini ai valori ed agli ideali del centrodestra”. Ed ha poi spiegato il motivo per cui i vertici pugliesi di Fi insistono per le primarie: “Il popolo pugliese va risvegliato per creare una rivoluzione liberale in questa regione e dare un’alternativa al centrosinistra. Si parla molto di cambiamento e noi a differenza di Renzi vogliamo cambiare in meglio”, aggiungendo inoltre che: “Quanto ai nomi dei candidati, se ci fossero le primarie, si aprirebbero spazzi per tanti (ndr – aspiranti presidenti della Regione). Ed in più potremmo surclassare l’esito delle consultazioni di centrosinistra portando molte più persone delle loro 140mila”. Infine, Zullo ha commentato il rifiuto del leader pugliese di Fi a candidarsi alla guida della Puglia ed ha detto: “Fitto ha già parlato delle sue intenzioni, ponendo una questione di metodo, di scelte non più calate dall’alto, ma calibrate all’interno di un popolo che decide sul 
territorio”. Fin qui la tesi dei fittiani e la loro insistenza per le primarie. Pero, secondo qualche bene informato, i vertici romani del partito di Berlusconi sono convinti che l’insistenza per le primarie di Fitto e dei vertici pugliesi del partito (che sono praticamente quasi tutti uomini vicini all’ex ministro) sia dovuta alla necessità di precostituirsi un alibi, nel caso in cui il centrodestra perdesse le regionali per la terza volta consecutiva in Puglia. E come, d’altronde, lo stesso Fitto forse teme, visto che ha categoricamente escluso una propria candidatura al riguardo. Infatti, l’attuale oppositore interno alla linea politica di Berlusconi, Fitto per l’appunto, ha già fatto perdere, come è noto, le regionali al centrodestra in Puglia, sia nel 2005 che nel 2010, per cui accollarsi il rischio in prima persona di un’altra probabile sconfitta sarebbe evidentemente la fine dichiarata della sua leadership pugliese nel partito. “Ma – obietta qualche malpensante – se nei momenti di evidente rischio per la vittoria di una coalizione, il suo più autorevole condottiero si tira indietro perché teme forse di non riuscire a vincere, allora come è pensabile che la battaglia possa vincerla un altro da individuare come capo appena qualche mese prima delle elezioni?” E lo stesso malpensante si domanda ancora: “Di chi è la responsabilità se, dopo dieci anni di opposizione, il centrodestra non ha ancora un nome, oltre quello di Fitto, da mettere in campo con la speranza di vincere?” E conclude: “Fitto, che in Puglia per quasi 15 anni è stato il leader indiscusso di Fi, prima di sfidare Berlusconi nel partito dimostri di saper sfidare Emiliano  e vincere le prossime regionali. Solo così, infatti, la sua leadership nazionale in Fi sarebbe indiscussa ed indiscutibile”. D’altronde, diversamente sarebbe  destinato verosimilmente a soccombere sempre all’interno del partito con l’ex Cavaliere di Arcore. Infatti, per Fitto pare d’ora in poi “tertium non datur” se vorrà effettivamente aspirare di essere l’alter ego dell’ex Cavaliere in Forza Italia. Oppure è probabile che si prepari a cambiare.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Dicembre 2014

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