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Regionali: quasi tutti in difesa della candidatura di Emiliano

La risposta del Pd pugliese a quanti sabato scorso, a Roma, nel corso dell’Assemblea nazionale del partito volevano fare approvare un ordine del giorno in cui fosse dichiarato incompatibile il sostegno del Pd alla ricandidatura di Michele Emiliano alle regionali del prossimo anno, e quindi ad escluderne sin d’ora l’appoggio del partito nel 2020, è stata immediata ed inequivocabilmente a favore di Emiliano. E non solo perché è stato ribadita l’idea di voler scegliere con le primarie il nome da candidare nel 2020 a Presidente della Regione, e quindi della possibilità anche per Emiliano di essere tra quelli, ma anche per la data entro la quale effettuare le preannunciate primarie del centrosinistra pugliese. Ossia entro la fine del mese di Novembre, come da tempo chiede ed auspica il governatore pugliese uscente. A rendere nota tale risposta è stato il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, che – almeno sulla carta – è egli stesso esponente di un’area politica interna al partito che non fa capo al segretario Nicola Zingaretti, ma neppure ad un leader che, sia precedentemente che ora, può essere considerato tra i “simpatizzanti” di Emiliano, qual è per l’appunto Maurizio Martina ed a cui Lacarra dichiara di far capo a livello nazionale. Infatti, in  vista del voto del prossimo anno, Lacarra, dopo aver riunito i neo nominati componenti della segreteria e confermato la decisione di procedere con le primarie, ha spiegato che “l’orientamento è farle non oltre novembre”. Ed al tavolo del centrosinistra convocato per lunedì prossimo, sono stati invitati Sinistra Italiana, Italia bene Comune e Puglia popolare. Al momento i nomi già fattisi avanti per candidarsi alle primarie, oltre al governatore uscente, Emiliano, ci sono quelli dell’ex eurodeputata dem Elena Gentile e il sociologo di sinistra Leonardo Palmisano.In Puglia, però, a polemizzare contro l’iniziativa  del pugliese filo renziano Fabrizio Ferrante (coadiuvato da Roberto Giachetti e Carlo Calenda) che, nel corso dell’Assemblea nazionale del partito, ha presentato una mozione sottoscritta da diversi delegati contro la ricandidatura del presidente Emiliano, poi – come è noto – dichiarata “inammissibile” dal segretario Zingaretti e dal presidente, Paolo Gentiloni, ci sono già alcuni consiglieri regionali della maggioranza di centrosinistra espressione delle liste satelliti del Pd, come Mario Romano (Popolari), Paolo Pellegrino (La Puglia con Emiliano) e Sabino Zinni (Emiliano sindaco di Puglia), che facendo seguito a precedenti interventi di altri colleghi del centrosinistra (vedi quello della scorsa settimana di Ernesto Abaterusso di Leu-Progressisti) hanno criticato quanto accaduto nell’Assemblea nazionale Dem di sabato scorso. Infatti, a commento del fatto, Romano ha affermato: “Che gli onorevoli Giachetti e Calenda possano proporre alla loro assemblea nazionale un ordine del giorno con il quale chiedono al Pd di non sostenere la ricandidatura a governatore regionale di Michele Emiliano è un loro diritto, tuttavia, pur non volendo entrare nel merito delle vicende di un partito nel quale non milito, a me sembra questa iniziativa alquanto inopportuna per il semplice fatto che non considera che Michele Emiliano non è stato eletto dal Pd bensì da una coalizione di partiti e movimenti che si sono ritrovati su un programma condiviso allorquando ha deciso di candidarsi a Governatore”. Inoltre, lo stesso Romano ha poi aggiunto: “Ritengo che il discorso delle primarie, senza che queste siano demonizzate, possa restituire la serenità necessaria per affrontare i mesi che ci attendono prima del voto, avendo tutti la consapevolezza che solo sua maestà il popolo potrà decidere quale dovrà essere il candidato governatore”. A fargli eco sono poi intervenuti Pellegrino e Zinni che, sempre a sostegno delle primarie, hanno dichiarato: “Se si vuole continuare a discutere facciamolo pure, l’abbiamo sempre fatto, ma facciamolo sui temi e le visioni di governo, tenendo fuori gli equilibri di partito e i rancori personali. Dopo di ché, se ci sono proposte realmente diverse per i prossimi cinque anni, decidiamo una data ragionevole per le primarie (non oltre Ottobre) e proviamo a vincere nel 2020, visto che a perdere ci hanno già pensato altri”. Insomma, in Puglia l’esercito degli “emilianisti” esterni al Pd si presenta altrettanto agguerrito e polemico quanto quello degli “anti-Emiliano” interno al Pd. Con la differenza, però, che Emiliano ha anche all’interno del Pd pugliese una larga fetta di sostenitori lui favorevole, mentre gli “anti-emilianisti” interno al Pd all’esterno di questo hanno verosimilmente dalla loro solo una parte della sinistra che forse non è neppure compatta al suo interno sul da farsi per le prossime regionali.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Luglio 2019

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