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Regione: assunzioni, promesse e fiumi di soldi persi

Tanti gli impegni assunti dall’assessore pugliese alle Risorse Umane Antonio Nunziante durante l’incontro del 4 settembre scorso, sempre sul fronte di assunzioni e concorsi, ma nulla di nuovo o concreto emerge per chi aspettava risposte esaustive. Parliamo, tanto per non restare nel vago, di provvedimenti riguardanti dirigenti, dipendenti precari e non che attendono, appunto, di conoscere come si organizzerà la macchina burocratica all’interno del’ente Regione nei prossimi mesi (almeno fino al termine del 2018), tenendo conto che giusto in mezzo c’è un’altra tornata elettorale di spessore come le elezioni politiche. Con tutto ciò che ne consegue. E allora, dando per scontato che il Piano M.A.I.A. è un totale fallimento nonostante il ‘battage’ della giunta Emiliano, costato alle Casse della Regione Puglia e quindi dei contribuenti pugliesi la bellezza di 600mila euro ( …e oneri aggiuntivi), un giro negli uffici regionali –centrali e periferici – di questi tempi darebbe la netta sensazione d’una palude sconosciuta. Una specie di acquitrino senza confini e orizzonti, nel quale sarebbe pericoloso avanzare, retrocedere o anche solo spostarsi di un passo, rendendo ancora più angosciante la vita di chi “travaglia” dietro le scrivanie dell’Ente. Una palude indefinita che coinvolge e rende incerto e precario un po’ tutto, a chi vive, opera e lavora in Regione: passato, presente e anche futuro; perfino l’ex presidente Fitto ha visto riconosciuta la sua totale estraneità dopo le accuse mosse dalla Procura di Bari su RSA e finanziamento occulto al partito. Anche se quegli stessi finanziamenti erano stati regolarmente iscritti nel Bilancio nazionale del partito, come aveva spiegato fin dall’inizio l’ex governatore salentino. Intanto, però, sarebbe ancora pendente l’atro caso strano del Fondo di Rappresentanza Presidenziale di Raffaele Fitto (200mila euro scarsi) per il quale è difficile non annotare che il Fondo stesso era gestito dalla burocrazia dell’epoca, rappresentata dal Dirigente Scalera e dal Capo di Gabinetto De Donatis. Il primo aggrappatosi frettolosamente alla pensione anticipata, il secondo impegnato a giostrare anche nella successiva giunta con le aspettative sindacali, collaborando direttamente col Gabinetto di Nichi Vendola in persona. E ancora oggi, ciliegia sulla torta, nessuno in Regione sa dire con certezza se l’Ente abbia mai recuperato (o perlomeno richiesto) i cinque anni di retribuzione per 500mila euro circa anticipati al Sindacato Nazionale cui apparteneva l’ex Capo di Gabinetto De Donatis. Anche perché, assieme a questi 500mila euro in dissolvenza per l’Erario a titolo di retribuzioni, sarebbe curioso chiedersi – riferendosi anche ai 18 milioni per il personale regionale il cui recupero verrà spalmato nei prossimi dieci anni a loro totale carico – se qualcuno risponderà dei precedenti 9 milioni finiti oramai in cavalleria, con la solita prescrizione. La Corte dei Conti della Puglia ha chiesto o ha intenzione di chiedere notizie e chiarimenti ai precedenti responsabili nei posti chiave politico-amministrativi? Nodi vecchi e nuovi che nella Regione dei Miracoli si perdono da sempre in paludi invase da miasmi, spifferi e delitti che restano quasi sempre insoluti. Senza mai riuscire a trovare chi risarcisca l’Erario Pubblico ovvero ne paghi il fio, come dicevano i poeti di una volta… ma quelli veri!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Settembre 2017

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