Primo Piano

Regione e retrocessi: la medicina sembra peggio del male….

E’ guerra alla Regione Puglia tra i dipendenti retrocessi dopo la sentenza adottata dalla Consulta dieci mesi fa, mentre c’è chi, come l’ex dipendente ora consigliere regionale Francesco Damone spara a pallettoni sull’inutilità dell’articolo unico approvato in Aula Regionale l’altro giorno per salvarli, i dipendenti. “La furbizia del Presidente Vendola si conferma con il tentativo di affidare la formulazione dell´articolo unico al Consiglio regionale: è la testimonianza plastica che conferma che il dettato predisposto è assolutamente incostituzionale”, preme sul grilletto Damone. Che spiega come il mantenimento della posizione economica (dopo aver ucciso la posizione giuridica riveniente dal concorso), non può e non deve essere affidata ad una norma, avente quale caratteristica nota la generalità e la validità erga omnes. La problematica, invece, deve essere affidata al dirigente unico responsabile della gestione, previo recepimento degli indirizzi politici rivenienti dagli organismi istituzionali, anche perché la normativa, entrando nel merito, assicura solo temporaneamente la retribuzione economica ai dipendenti, ma mette in discussione la legittimità delle posizioni organizzative, alta professionalità, unità operative. Ad alcuni dipendenti è stata preannunciata, infatti, la perdita della posizione organizzativa, in quanto la retrocessione colloca quel personale nella categoria C, senza dire che agli odierni dirigenti regionali, anche loro cascati sotto la mannaia dei concorsi annullati dalla Consulta, la lettera d’apertura del procedimento preliminare di retrocessione non è stata manco recapitata, come invece è accaduto a tutti gli altri colleghi, ‘brevi manu’. Ma i problemi non sono tanto procedurali, quanto di sostanza, nel senso che l’amministrazione sta facendo di tutto per complicare la vita dei poveri dipendenti ‘storici’ in odore di retrocessione, senza pensare a soluzioni piu’ semplici, già prospettate da alcuni consiglieri di minoranza come Caroppo. Ma torniamo a Damone: anche per lui questa vicenda è stata gestita nella maniera peggiore poiché la norma approvata dal Consiglio l’altro ieri pomeriggio è stata predisposta solo dalla tecno struttura regionale, mentre poteva essere sufficiente una deliberazione della Giunta regionale che detta principi ed orientamento alla dirigente del servizio per mantenere la condizione economica fino all´espletamento dei concorsi. Offrendo cosi’ l´opportunità ai lavoratori della Regione di adire – ove del caso – la via giudiziaria, unico strumento disponibile per il mantenimento dello stato giuridico fin qui attribuito da oltre undici anni di dirigenza. D´altra parte un provvedimento così si doveva assumere per evitare l´immobilismo funzionale della Regione che comunque nel corso di questi anni si e´ avvalsa qualitativamente e quotidianamente dell´opera di tutti i `retrocessi´. Il consigliere Damone va giu’ duro: “Vendola, conscio delle decisioni della Corte Costituzionale emesse nel passato nei confronti della sua Giunta, ha furbescamente delegato l´Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a predisporre la norma, cercando di coinvolgere il Ministro Fitto perché la sostenga a Roma, tentando di trarre il massimo vantaggio possibile per le mire personali. Per lo spirito di responsabilità che lo contraddistingue, ancora una volta Raffaele Fitto che ha dichiarato la sua totale disponibilità a venire incontro alla drammatica situazione in cui versano molti funzionari regionali, salvo le valutazioni giuridiche riservate ai Ministeri competenti, allo scopo di tutelare i lavoratori che hanno dato tanto e che tanto danno ancora alla struttura regionale”. Già, ma fino a quando?
 
Antonio De Luigi
 
 
 


Pubblicato il 21 Ottobre 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio