Primo Piano

Regione Puglia: sulla carta la riforma del Servizio Avvocatura

Ha replicato in modo quasi stizzito il responsabile dell’Avvocatura regionale, professor Nicola Colaianni, alla richiesta di chiarimenti sull’organizzazione del servizio legale nell’Ente Regione avanzata dalla segreteria Uil/Flp. E con un’altra nota altrettanto polemica ha replicato non più d’un mese fa il segretario aziendale della Uil/Flp Giacomo de Pinto, ricordando che un rappresentante del diritto non dovrebbe essere infastidito dalle ‘…crescenti preoccupazioni del personale amministrativo e degli avvocati’ che operano da anni nel settore di ‘temporanea competenza’ del docente e avvocato di fiducia di Nichi Vendola. Il problema per i sindacati e’ che Colaianni dovrebbe ascoltare i ‘ripetuti e accorati appelli’ rivoltigli dai rappresentanti dei lavoratori per aprire un tavolo democratico, discutendo a fondo ‘sofferenze e difficoltà operative’ all’interno del servizio che rappresenta la Regione Puglia nei contenziosi civili, penali e amministrativi. Tanti, purtroppo, i problemi che impediscono da sempre al servizio Avvocatura pugliese di decollare: carenza di personale, carichi di lavoro e gestione organizzativa discutibile da parte del dirigente Colaianni. Il quale, invece di prendere in esame i problemi reali del settore da lui diretto ‘temporaneamente’, come sottolinea ogni volta che può il segretario Uil/Flp de Pinto, preferisce arzigogolare sulla rappresentatività degli iscritti in riferimento alle relazioni sindacali. Impostate, senpre secondo il sindacalista aziendale barese, sulla “negazione di un rapporto reciproco di fiducia e di continuo e civile confronto”. Il problema vero, però, è che le richieste per sciogliere i nodi dell’Avvocatura Regionale non sono mai state prese in considerazione al tavolo della concertazione, senza nemmeno sondare i motivi che hanno spinto i dipendenti amministrativi del servizio legale a rinunciare ai compensi accessori (progetti finalizzati 2011), puro ossigeno per chi percepisce un salario mensile di 1.200 euro, si legge ancora nella nota Uil indirizzata a maggio agli amministratori regionali, professor Colaianni compreso. Il quale per tutta risposta ha già detto chiaro e tondo che lui è tenuto a informare solo il presidente della Regione. Insomma, possibile che ciclicamente dell’avvocatura regionale pugliese debbano occuparsi sindacati, parti sociali e giornali per denunciare archivi e uffici fuorilegge o spese esorbitanti per incaricare i professionisti esterni, a spese dei contribuenti?
 
Niente da fare: la riforma è rimasta nelle buone intenzioni…
 
Eppure sei anni fa, subito dopo la sua elezione, per la prima volta nella sua storia la Regione si dotò dell’Avvocatura regionale: alla fine 2005 fu approvato il ddl sull’istituzione dell’Avvocatura regionale, rispondendo,a lmeno sulla carta, all’esigenza avvertita dalla Regione di dotarsi di una struttura in grado di affrontare con efficacia crescente alle molteplici questioni giuridiche che l’ente, nelle proprie articolazioni, quotidianamente deve affrontare e risolvere. Con l’Avvocatura si intendeva fornire agli avvocati del Settore legale (che, quantunque insufficienti per numero, adempiono responsabilmente alla cura degli affari loro affidati) e agli avvocati che la Regione intendeva assumere, migliori condizioni connesse allo specifico status professionale, nonché adeguate dotazioni organizzative, tecnologiche e di studio. Secondo quel disegno di legge approvato dalla Giunta Vendola a dicembre 2005 l’Avvocatura regionale esprimerà pareri e consulenza legale alla Presidenza della Regione, al Consiglio, alla Giunta, agli Assessorati regionali, avvalendosi di avvocati esterni in caso di incompatibilità degli avvocati regionali con l’oggetto dell’affare da trattare, eccedente carico di lavoro segnalato dall’Avvocatura regionale, motivata opportunità. L’Avvocatura regionale sarà organizzata in due settori: professionale e amministrativo, alla direzione dei settori sarà preposto l’avvocato coordinatore. L’avvocato coordinatore sarà nominato dal Presidente della Giunta regionale tra gli avvocati regionali in possesso della qualifica dirigenziale, iscritti all’Albo speciale degli avvocati cassazionisti, oppure scelto tra gli avvocati cassazionisti esterni alla Regione in possesso di comprovata esperienza professionale. L’avvocato coordinatore dovrà assegnare le pratiche agli avvocati regionali e coordinare la loro attività; riferire al Presidente della Giunta regionale circa l’opportunità di ricorrere a professionisti esterni, esprimendo pareri in ordine al contenzioso (instaurazione dei giudizi, rinuncia alle liti, atti di transazione), compresa la gestione del personale assegnato all’Avvocatura regionale. Inutile dire che il reclutamento degli avvocati dovrà avvenire per pubblico concorso negli stessi termini con cui avviene il reclutamento degli avvocati dell’Avvocatura dello Stato. In realtà le fila dell’esercito degli avvocati esterni s’ingrossano sempre più alla Regione Puglia, lasciando al presidente Vendola ogni criterio di scelta. Soprattutto lasciando sulla carta una legge che avrebbe dovuto mutare un Servizio Legale che annaspa tra le difficili relazioni sindacali coll’attuale dirigente e i milioni di euro spesi dall’Erario Pubblico per pagare parcelle e notule ai professionisti esterni…dura lex sed lex.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 14 Giugno 2011

Articoli Correlati

Back to top button