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Regione: una nuova legge elettorale su misura per Vendola e l’opposizione

Non è una novità se il governatore pugliese, Nichi Vendola, chiede alla maggioranza di coinvolgere le forze di opposizione per la stesura della nuova legge elettorale regionale, in modo da approvarla tutti insieme appassionatamente. Infatti, accadde lo stesso a suo tempo con Raffaele Fitto, quando i componenti del consiglio furono elevati da 60 a 70 unità, potrebbe accadere ora che i rappresentanti del consiglio regionale devono essere ridotti a 50 unità in base ad una legge nazionale introdotta qualche anno fa dal governo Monti. Il ‘leitmotiv’ per cui sulla legge elettorale si chiede la condivisione delle opposizioni è che, trattandosi di norme che regolano la rappresentanza in consiglio, devono avere possibilmente il benestare di tutte le rappresentanze politiche. In realtà, dietro tale considerazione si cela probabilmente l’interesse a varare una legge elettorale che sia uno strumento funzionale più ai partiti, e quindi ai personaggi che devono approvarla, che all’Istituzione che deve utilizzarla per essere governata, rispettando il più possibile il volere degli elettori. Allora, non c’è da meravigliarsi se negli ultimi vent’anni alla Regione Puglia di nuove leggi elettorali ne sono state fatte già due, una completamente diversa dall’altra, ed ora si è in procinto di una terza, approfittando dell’alibi di dover adeguare il plenum dell’assemblea alle disposizioni nazionali, ma comunque anch’essa per tutto il resto sostanzialmente diversa dalle due che l’hanno preceduta. Infatti, basta soffermarsi ad osservare la percentuale di sbarramento, introdotta a suo tempo, per avere rappresentanti in consiglio e, poi, deroghe e slittamenti accordati a tale limite, perché sorga il dubbio che nell’ultimo ventennio mentre la legge nazionale per le elezioni comunali è rimasta invariata, quella per le elezioni regionali in Puglia è divenuta un atto legislativo contingente, da riformulare di volta in volta ad uso e consumo di chi governa la Regione. Accadde questo quando a governare la Puglia era il centrodestra con Fitto, è accaduto nella prima Legislatura del governo di centrosinistra con Vendola, quando si è derogato per le regionali del 2010 alla soglia d’ingresso del 4%  prevista dalla legge elettorale dell’era Fitto che, a sua volta, aveva già derogato a tale soglia per le regionali del 2005 ed ora, per le prossime regionali del 2015, ciò per le precedenti due tornate è stata considerata un’eccezione potrebbe diventare la regola. In definitiva, prescindendo dal colore politico di chi governa la Puglia, la legge elettorale regionale è diventato un atto ad uso e consumo della maggioranza che modifica le regole del gioco a secondo della situazione e del contesto politico a cui si va incontro con il rinnovo dell’assemblea regionale. Un modo di fare a cui evidentemente non disdegna di partecipare l’opposizione e che sicuramente accetta di buon grado (a parte le critiche e le polemiche di circostanza) non solo perché ha fatto altrettanto in precedenza, quando era maggioranza, ma anche perché stando al gioco si modella anch’essa la nuova legge elettorale per la parte che gli fa comodo, oltre che può sempre sperare in futuro di poter fare, a parti invertite, lo stesso gioco, se sarà necessario e qualora vincesse le prossime elezioni. Ad ogni modo, la Puglia entro la fine dell’estate dovrebbe avere una nuova legge elettorale che, oltre a contenere  adeguamenti tecnici scaturiti da imposizioni normative nazionali e ad orientamenti giurisprudenziali di natura costituzionale, conterrà pure novità dispositive di natura prettamente politica, che renderanno comunque questa nuova legge elettorale diversa dalle precedenti. Insomma, il modello elettorale c’è ed è quello maggioritario, la stoffa pure, si tratta solo di ritagliare il “vestito” su misura ai tempi, per tutte le forze che si preparano ad affrontare le prossime elezioni regionali: il Sel del governatore Vendola ed il Pd di Michele Emiliano da una parte (quella attualmente maggioritaria) e Forza Italia di Fitto ed il Movimento civico di Francesco Schittulli dall’altra (quella minoritaria ed aspirante ad invertire i ruoli). Infatti, qualora ci fossero dubbi sull’esito finale della nuova legge elettorale pugliese, ci ha già pensato il governate Vendola a tranquillizzare gli animi, affermando: “Qui niente imposizioni come avviene altrove” ed il capogruppo regionale di Forza Italia, Ignazio Zullo, di contro ha recepito il messaggio ed ha concluso una sua nota polemica dichiarando: “Confidiamo nel ruolo di garante del presidente (ndr – del consiglio) Introna, perché la legge elettorale non venga approvata a colpi di maggioranza, ma sia frutto dell’unitarietà di intenti il più ampia possibile”. Il botta e risposta è stato rispettato. E, sicuramente, pure l’esito della nuova legge elettorale, affinché il “gioco” continui come prima e, forse, più. “Quousque tandem…?”

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Giugno 2014

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