Cronaca

Registro tumori? Se ne parla solo in campagna elettorale

Mancano un paio di mesi scarsi alle elezioni regionali ed ecco che, come per magia, la Regione Puglia oramai al tramonto di Nichi Vendola e dell’assessore alla Salute Pentassuglia si ricordano di presentare con tanto di microfoni e conferenza stampa il registro tumori. Naturalmente il rischio tumori in Puglia aumenta esponenzialmente, le elezioni passano, ma la storia della Registrazione oncologica nella nostra regione non registra un passo in avanti che sia uno. Eppure, l’iter nasce e si sviluppa almeno sulla carta ben sette anni fa ed ancora molti anni prima, specie sulla base della criticità legata alla presenza delle aree metropolitane di Taranto e Brindisi, definite “ad elevato rischio ambientale” dal Consiglio dei Ministri, con delibera del 30 novembre 1990. In questo contesto, circa dieci anni più tardi, nasce come progetto del Ministero dell’Ambiente nell’ambito dei Piani di disinquinamento per il risanamento delle aree di crisi ambientale delle province di Brindisi e Taranto il Registro Tumori Jonico Salentino che ha successivamente incluso anche la provincia di Lecce per il riscontro di tassi di mortalità e ricovero per tumori del polmone superiori a quelli riscontrati nelle altre aree a rischio. Passano gli anni e la Giunta Regionale, solo ad agosto 2008 istituisce il Registro Tumori della Regione Puglia (RTP). Lo scopo di questo registro è quello di descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni territoriali e temporali dell’intera regione, affinché possa rappresentare uno strumento informativo utile alla programmazione ed alla valutazione di interventi preventivi, come stabilito nel Piano di Salute della Regione Puglia (Allegato 1 della Legge Regionale  n. 23 del 19 settembre 2008), che assegna al RTP i seguenti obiettivi: misurazione della mortalità e incidenza del cancro per sede, per sesso, per età, con la redazione di una relazione annuale sulla frequenza della patologia in Puglia e sullo stato di prevenzione. Ma c’è anche spazio per lo svolgimento di indagini intese a stimare i rischi cancerogeni nel territorio regionale, formulando ipotesi circa le cause, anche in collaborazione con altri enti e strutture di ricerca nazionali e internazionali, senza scordare pianificazione e attuazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria, la valutazione dell’efficacia di programmi di screening per i tumori e dell’impatto di programmi di prevenzione primaria rivolti alle persone ed all’ambiente di vita e di lavoro. Tra i servizi diagnostici e terapeutici del Registro che avrebbe ripreso impulso nei giorni scorsi i dati circa la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro, fornendo confronti con altre regioni o paesi e indicazioni utili alla programmazione sanitaria. L’attività è realizzata a cura dell’IRCCS Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari, di concerto con l’Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER Puglia), l’Agenzia Regionale Sanitaria (AReS Puglia), l’ARPA Puglia, le ASL, le Aziende Ospedaliere e gli IRCCS regionali. Il finanziamento è stato posto a carico del Fondo Sanitario mediante gli stanziamenti previsti nell’ambito del Documento di Indirizzo Economico Funzionale della Sanità. Bisogna anche sapere che alle attività del Registro Tumori presiede un Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di cui fanno parte gli Assessori regionali alle Politiche della Salute e dell’Ecologia, i rappresentanti di tutti gli Enti interessati e un rappresentante delle Associazioni operanti nel campo oncologico. Ma, come detto all’inizio, solo a fine mandato il capo della giunta pugliese s’è ricordato del Registro Tumori, nonostante l’aumento di particolari neoplasie e la presenza di polveri sottili in un contesto ambientale caratterizzato da numerose criticità, in numerose realtà pugliesi. Numeri e fenomeni che per troppo tempo sono stati ignorati e che magari, se adeguatamente e tempestivamente affrontati, avrebbero potuto invece salvare delle vite e aiutare tanti malati sia nella prevenzione che nell’assistenza. Parliamo di patologie delicate che, purtroppo, hanno una continua evoluzione, al punto da rendere le stesse statistiche approssimative e parziali, se non continuamente aggiornate e monitorate. Meglio tardi che mai…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Settembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio