Cronaca

“Renzi a Bari? Lo aspetto a braccia aperte. Con uno spirito d’indipendenza”

Il neo governatore pugliese Michele Emiliano (Pd) non perde occasione per punzecchiare il presidente del Consiglio, nonché segretario nazionale del suo partito, Matteo Renzi. Infatti, alla notizia annunciata dal premier stesso lunedì scorso, nel corso della trasmissione televisiva “Otto e Mezzo”, che a breve verrà a Bari, il presidente della Regione Puglia mercoledì mattina, alla trasmissione mattutina “24 Mattina” su Radio 24, ha commentato con tono quasi meravigliato e con   qualche velata frecciata: “Renzi a Bari? Lo aspetto a braccia aperte. Con uno spirito di indipendenza. Renzi ha come tutti i leader l’abitudine ad avere attorno le persone che gli sono fedeli. Ci sono però alcuni soggetti con cui non puoi avere un rapporto di fedeltà, ma di lealtà”. E, continuando, ha aggiunto: “Quindi, io lealmente gli dico quello che penso, con molta educazione e rispetto, che dentro il Pd e nel rapporto istituzionale se qualcuno gli dice qualche cosa lui l’ascolti e risponda qualche volta”. Poi, l’ex Primo cittadino barese ha concluso con altre frecciate che, almeno nel modo cui sono state espresse, sembrano più un focolaio polemico che richieste di ascolto e suggerimento. Infatti, il neo governatore pugliese ha detto: “Non abbiamo bisogno solo di pacche sulle spalle, abbiamo bisogno di partnership, abbiamo bisogno di fiducia, abbiamo bisogno anche di attenzione, perché quando un presidente del consiglio viene qui a Bari e ci incita alla battaglia è meglio che non ci venga”. Affermazioni che, secondo i comuni ascoltatori, sarebbero delle semplici considerazioni, ma che in realtà potrebbero essere dei veri e propri messaggi politici da decifrare, qualora ci fossero dei retroscena non noti nei rapporti tra il premier Renzi ed il governatore Emiliano. E’ certo invece che sul piano istituzionale Emiliano, pur essendo un esponente dello stesso partito del presidente del Consiglio, non condivide talune scelte del Governo centrale e quando può cerca di contrastarle, come nel caso della legge 107/2015, riguardante la riforma di organizzazione dell’apparato scolastico, e la legge “Sblocca Italia” nella parte in cui sottrae alle Regioni il potere decisionale in merito a questioni come le ricerche petrolifere in mare, a meno di dodici miglia dalla costa, o nel caso di autorizzazioni ad infrastrutture d’interesse strategico, ma di particolare impatto ambientale, come l’approdo del gasdotto Tap a Melendugno (Le). Disaccordi che, secondo qualche addetto ai lavori della politica, non sarebbero soltanto di natura istituzionale, ma celerebbero anche rivalità di natura politica e, forse, personale all’interno dello stesso partito. E, sempre dai microfoni di Radio 24, il presidente Emiliano, parlando del ricorso alla legge 107   presentato lunedì scorso alla Corte Costituzionale, per tentare forse di allontanare il sospetto di un conflitto politico da un normale contrasto istituzionale, ha detto: “Il nostro ricorso a Buona Scuola non é polemica politica”. “Il consiglio mi ha chiesto – ha spiegato Emiliano a Radio 24 – ‘puoi verificare se c’é una lesione delle nostre prerogative?’ La nostra avvocatura ha detto di sì. Peraltro cose che capitano quotidianamente tra regioni e Stato, perché quella è una materia concorrente dove lo Stato dà le linee generali e noi organizziamo il servizio scolastico con la nostra potestà legislativa, quindi nessuna polemica politica”. Infatti, secondo Emiliano, nel caso la Corte Costituzionale dovesse dimostrare l’incostituzionalità delle norme impugnate “non è un problema politico” perché “se é incostituzionale fa parte della tecnica della costituzione”. “La Liguria ha detto di no? – ha concluso Emiliano a Radio 24 – beh ma sono dei filoni, di centrodestra sì, ma anche dei filoni. Dato il pastrocchio che stiamo combinando in Parlamento”. Ma il fronte di “guerra” istituzionale tra Emiliano e Renzi non è soltanto quello sulla riforma della scuola, o quello del “No” alle trivellazioni nell’Adriatico, per il quale la Regione Puglia si appresta martedì prossimo a votare in consiglio la richiesta di referendum, ma come accennato c’è pure l’opposizione al luogo indicato per l’approdo del gasdotto Tap ed altre questioni come il decreto Renzi sull’Ilva di Taranto, o le misure da adottare per fronteggiare la Xylella degli ulivi salentini. Insomma, contrasti che, sempre secondo Emiliano, sono di ordinaria dialettica nei rapporti tra Stato e Regioni e non di strumentale conflittualità politica. Un po’ troppi, però, per un presidente di Regione e di Consiglio che sono espressione di uno stesso colore politico e financo dello stesso partito. Oltre che, a sentire dire  Emiliano, di una stessa area maggioritaria interna al Pd. Ma è così per davvero?

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Settembre 2015

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